Terreni incolti, multe salate per chi non cura la manutenzione

dell'aversana atell@newsSant'Arpino    Sanzioni severe per i proprietari ed i conduttori di appezzamenti di terreni abbandonai ed incolti che non provvedono alla manutenzione ed alla pulizia degli stessi. Questo è quanto disposto con ordinanza sindacale, dal primo cittadino di Sant’Arpino, Giuseppe Dell’Aversana, per prevenire il rischio incendi e garantire l’igiene pubblica. Nello specifico con il proprio provvedimento Dell’Aversana ha ordinato “ai proprietari e gli affittuari delle aree agricole e di terreni non coltivati, incolti ed abbandonati, di provvedere, sotto la propria responsabilità ed a proprie cure e spese, di effettuare i relativi interventi  di pulizia mediante la rimozione di ogni elemento o condizione che possa rappresentare pericolo per l’incolumità e l’igiene pubblica, in particolar modo provvedendo a all’estirpazione di sterpaglie e cespugli, stoppie fresche ed arbusti, al taglio di siepi vive, di vegetazione e rami che si propendono sulla sede o sul ciglio di strade pubbliche nonché alla rimozione di rifiuti e quant’altro nei termini di legge. È fatto divieto di compiere azioni che possono arrecare pericolo anche immediato di incendio nelle zone cespugliate ed in tutti i terreni condotti a coltura agraria e/o incolti, di accendere fuochi o bruciare le ceppaie delle colture graminacee e leguminose, le erbe, i rovi, la sterpaglie,  e così via”. Per la mancata pulizia sarà applicata una sanzione amministrativa di 250,00 Euro, e se oltre all’incuria si dovesse accertare anche l’abbandono dei rifiuti si provvederà ai sensi del D.LGS 152/2016. Nell’ipotesi di mancata rimozione e pulizia degli arbusti, siepi e rami che si propendono sulla sede stradale o sul ciglio di strade adibite al pubblico transito, sarà applicata una sanzione variabile dai 169 ai 679 Euro. Nel proprio provvedimento il sindaco ha rammentato anche che  per la combustione di rifiuti depositati in aree non destinate a discarica è prevista la condanna dai due ai cinque anni di carcere che può essere aggravata se ad appiccare il rogo sono aziende e non individui.

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