Orta di Atella. Il programma di Costruire Alternative “per non morire di cemento”

Orta di Atella.Riceviamo e pubblichiamo. La grande espansione urbanistica che ha interessato Orta di Atella ha rappresentato in realtà una struttura tentacolare che ha preso alla gola un intera cittadina e l’ha strozzata. I danni di quelle scelte scellerate non si sono esaurite con la distruzione del territorio, ma hanno scavato un solco anche nell’animo sociale e culturale della nostra città. Ancora oggi, quelle scelte ricattano e tolgono il sonno a migliaia di famiglie che non sanno il destino delle loro abitazioni, comprate col sacrificio di mutui e prestiti e diventate, nel giro di ventiquattr’ore, case abusive. I tentacoli di quella piovra sono lunghi e fanno danni anche nel presente. A questo quadro, già emergenziale di suo, non possiamo trascurare la condizione di un Centro Storico che mai è entrato in un serio piano di rilancio e riqualificazione. La struttura “vorticistica” sul piano urbanistico ha fatto in modo che gli amministratori degli ultimi dieci anni siano stati presi e indaffarati nel cercare da un lato di mettere una pezza e dall’altro di portare a compimento un disegno, di un problema che stesso loro hanno realizzato e fomentato nei dieci anni precedenti. La stessa approvazione del PUC, la creazione di strumenti di “Urbanistica creativa” sono la dimostrazione plastica di una classe dirigente non solo del tutto impreparata ma totalmente non cosciente del danno che la loro condotta ha provocato. Ad Orta di Atella dal punto di vista Urbanistico ci sono una serie di tratti emergenziali che corrono paralleli uno con gli altri:
  • La questione abitativa che fa capo a quello che senza remore si può definire “Abusivismo autorizzato”
  • La questione di riequilibrio degli standard urbanistici
  • La questione di riqualificazione del Centro Storico
  • La questione di Decoro Urbano e Viabilità
QUESTIONE ABITATIVA Per questione abitativa ci riferiamo al fenomeno che ha portato alla presenza di ampie aree del territorio oggetto di edificazione senza preventiva lottizzazione, da cui è nata una questione di “legittimità” per i relativi proprietari. Ad Orta di Atella molte anomalie rientrano nella sottocategoria dell’illegittimità, ovvero di interventi autorizzati da regolari Permessi Di Costruire, varianti o DIA rilasciati dal comune, ma che non essendo conformi alla legislazione nazionale e/o comunale sono di fatto abusivi. Infatti molti PDC sono stati successivamente annullati a partire dal commissariamento del 2008 a seguito delle verifiche attuate dai commissari prefettizi. La presenza di un gran numero di PDC prima rilasciati e poi annullati o annullabili dal comune, rappresenta una delle caratteristiche che fanno di Orta Di Atella uno scenario unico nel panorama degli abusi edilizi italiani. Anche per questo parliamo di “ABUSIVISMO AUTORIZZATO”. Quali sono stati gli interventi ad oggi? Uno su tutto il Piano Urbanistico Comunale, il PUC è uno strumento di gestione del territorio comunale italiano, composto da elaborati cartografici e tecnici oltre che da normative (legislazione urbanistica) che regolano la gestione delle attività di trasformazione urbana e territoriale del Comune di pertinenza, si decide in pratica cosa debba essere una Città, dove si costruiscono abitazioni, dove vanno le aree commerciali, dove il verde pubblico etc. La programmazione avvenuta per mano dei nostri amministratori e avallata da una schiera di tecnici e professionisti è un po’ anomala, normalmente si redige il P.U.C. (programmazione) si elaborano i P.U.A (Piano Urbanistico Attuativo) quindi si lottizza e si urbanizza l’area con strade, illuminazione etc ed infine si costruisce. Il PUC elaborato ad Orta di Atella invece non programma ma fotografa la realtà che c’è e in qualche modo afferma che tutto quello che è stato fatto è proprio quello che si voleva programmare, quindi se normalmente il passaggio è PUC → PUA → EDIFICAZIONE Nel nostro paese il paradigma è stato rovesciato ed è diventato EDIFICAZIONE → PUC → PUA (POSTUMO) Quello che noi definiamo una soluzione di urbanistica creativa, che sarebbe geniale se non fosse per il fatto che la cosiddetta “lottizzazione postuma” non è prevista né dal nostro ordinamento né dalla legislazione vigente, tanto è vero che gli stessi che hanno fatto passare il PUC come strumento risolutivo della questione abitativa si sono visti bene dal valutare l’unico PUA presentato il cosiddetto PUA ARCOBALENO, facendo in modo di essere inadempienti per farsi commissariare e far passare la valutazione alla Provincia di Caserta, la stessa Provincia che diede parere negativo allo stesso PUC. Stessa sorte è stata per l’articolo 38, millantato negli anni scorsi come soluzione pecuniaria delle irregolarità urbanistiche ed oggi “stranamente” non più citata. Di fatto lorsignori hanno tardivamente compreso che l’articolo 38 non può essere usato per una sanatoria generale dei danni da loro stesso creati perchè come primo dispositivo la legge prevede l’abbattimento, e non il pagamento di sanzioni. Quindi il PUC non risolve il problema e i cittadini truffati sono stati presi in giro per due tornate elettorali. E se non risolve il problema perché lo hanno voluto? Perché il PUC prevede altro cemento, ovvero altri 761 appartamenti da realizzare. Lo stesso TAR ha evidenziato che il PIano è stato approvato in conflitto di interessi di alcuni consiglieri. Ancora una volta l’interesse non erano i cittadini. Quindi la soluzione della questione abitativa è più complessa, come complesse sono state le dinamiche che hanno portato allo scempio. Prima di tutto bisogna separare la tutela degli interessi dei truffati della speculazione dagli interessi dei speculatori, bisogna censire avendo ben chiaro tutti gli appartamenti di proprietà di chi sono, se sono soggetti riconducibili ad altri interessi e se sono stati acquistati a prezzi di mercato. Non si può fare la stessa valutazione tra chi si è arricchito e chi ci ha rimesso i risparmi di una vita. Serve un piano di salvataggio nazionale che vada a difendere solo determinati interessi e questo piano non può essere presentato dalla stessa classe politica che ha defraudato un territorio, serve la credibilità per portare avanti una questione enorme che va discussa e affrontata su più piani sovracomunali. A riprova della diffusione e pervasività del problema urbanistico c’è la seguente mappa, estratta dallo stesso PUC, che evidenzia le aree cittadine che presentano potenziali problemi urbanistici. ZONA B1/2 (in rosso): soggetta a verifica di legittimità per presenza di potenziali problemi di lottizzazione abusiva e mancato rispetto ai parametri urbanistici, come ad esempio il numero massimo di piani edificabili ( tre piani). ZONA CA (in celeste): stessi problemi della B1/2 che però non sono potenziali ma certi. ZONA CC (in blu): destinazione d’uso principalmente non residenziale. RIEQUILIBRIO STANDARD URBANISTICI Gli standard urbanistici definiscono le quantità minime di spazi pubblici (aree per l'istruzione, aree per attrezzature di interesse comune, aree per il verde attrezzato, aree per i parcheggi) da prevedere in relazione agli insediamenti. Nel nostro paese mancano 401.634 mq di Standard Urbanistici il punto prioritario, o meglio l’ennesimo punto prioritario, è questo. Se quella della questione abitativa è un problema che deve essere messa in campo di concerto con altri Enti quello della realizzazione di aree verdi attrezzate, parcheggi, strutture scolastiche, culturali e ricreative concerne alla volontà politica di un'amministrazione, volontà che ad oggi non c’è mai stata. Mettere mano in modo prioritario a questo punto vuol dire ricreare quel tessuto sociale che è stato disintegrato, vuol dire trasformare quelle che sono diventate aree dormitorio senza servizi in “luoghi” della città. Basti pensare che in alcune zone di Orta di Atella non sono provviste nemmeno dei servizi minimi come acqua potabile o rete fognaria, non hanno elettricità autonoma e in alcuni casi sono tagliati fuori dalla vita sociale del nostro paese. Questo tipo di “normalizzazione” rappresenta la grande opera pubblica che la nostra amministrazione vuole affrontare. Da qui passa il recupero dello Stadio Comunale, la volontà politica di usare tutte le strutture pubbliche possibili per convertirli alla pubblica istruzione, ricreare la Biblioteca Comunale e man mano tessere, tramite il recupero dell’evaso e lo sfruttamento dei Fondi Europei che vengono destinati in regione Campania in tal senso, parte dei quali tornano a Bruxelles perché non utilizzati. RIQUALIFICAZIONE DEL CENTRO STORICO La riqualificazione del Centro Storico ha bisogno non solo di un forte impatto urbanistico, ma di una seria decisione politica che punti al suo ripopolamento, soprattutto dal punto di vista commerciale. Incentivare la ristrutturazione degli edifici da parte dei privati, senza modificarne la cubatura, con una serie di incentivi come per esempio la commutazione degli oneri dovuti in servizio alla comunità come l’affidamento di aree a verde pubblico. DECORO URBANO E VIABILITA’ Orta di Atella è una città contro i bambini, contro gli anziani, contro coloro che hanno problemi motori, contro i pedoni e i ciclisti: a meno di non essere slanciati e reattivi, è impossibile passeggiare su marciapiedi stretti o inesistenti, magari ingombri e tra auto in doppia e tripla fila, tra buche e intralci che provocano cadute e risarcimenti danni da parte del Comune. Paradossalmente la manutenzione. Il fenomeno di degrado sembra essere abbastanza generalizzato e con tipicità diverse riguarda tutte le zone del paese, tale degrado incide fortemente sulla viabilità e la sicurezza dei trasporti. Bisogna agire fortemente, già molto è stato trattato sulla messa in sicurezza delle aree soggette ad abbandono di rifiuti, ma anche garantire il diritto a passeggiare in sicurezza sarà uno dei temi che affronterà la nostra amministrazione. Dal punto di vista della mobilità metteremo mano a un Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, un processo partecipato che coinvolgerà la cittadinanza e tutti i portatori di interesse al fine di individuare gli interventi necessari a soddisfare i fabbisogni di mobilità della popolazione, contribuire alla riduzione dei livelli di inquinamento atmosferico ed acustico, contenere i consumi energetici, aumentare i livelli di sicurezza del trasporto e della circolazione stradale e minimizzare l'uso individuale dell'automobile privata.  
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