UN LETTORE ANONIMO CI SCRIVE SULLO STATO DI SALUTE PUBBLICA DI SANT’ARPINO

094457_palazzo_sanchezSANT'ARPINO - Riceviamo e pubblichiamo da un lettore anonimo
La scienza politica è una scienza sociale.
Si chiarisca subito che le condizioni non sono delle migliori. La società arranca ed è confusa; i vari rappresentati politici: ex sindaci, amministratori, semplici consiglieri comunali e mezze calzette si stanno riorganizzando dopo lo scossone giudiziario. Nell’aria vaneggiano ,solo, grida strazianti di demagogia e nauseabonde ondate di populismo. Da chi saranno costituite le liste  e , soprattutto ,da chi capeggiate resta un problema secondario, l’obiettivo è il potere e tutto ciò che ne consegue.
Sant’Arpino è un territorio con una superficie intorno ai 3,2 km² che conta 14.281 abitanti e con una densità di  4 462,81 ab./km² (abitante per chilometro quadrato);
Succivo ha una superficie di 7,21 km², 8.407 abitanti e una densità di 1 166,02 ab./km² ;
Orta di Atella ha una superficie di 10,83 km², abitanti 27.188, densità di 2 510,43 ab./km² ;
Cesa ha una superficie di 2,74 km², abitanti 8.833, densità di 3 223,72 ab./km².
Congeliamo per un po’ questi numeri e concentriamo l’attenzione sul potere.
Ormai la definizione di “amministratore comunale” sembra più vicina alla vincita di un terno al lotto , la “condicio sine qua non”  per fare fortuna sottobanco e tradire l’elettorato.; ed è proprio quest’ultimo ad  aver tradito se stesso. La comunità ha dato dimostrazione di non saper affrontare i temi e le sfide politiche, ancorandosi a figure semi-mitologiche con la prima candidatura datata “la notte dei tempi”. Il fatto che un ex sindaco, che ha esaurito il proprio mandato 13 anni fa e oscuratosi dalla scena poco dopo, abbia sentito la necessità di “scendere in campo”, può sintetizzare al meglio la totale mancanza di un cambio generazionale, anche ideologico e non prettamente anagrafico ,nella società e in particolare nella politica. Se i consociati accordassero ,nuovamente, la fiducia al “primo cittadino di un tempo” significherebbe  segnare un fallimento generale. Sarebbe l’atleta che non raccoglie il testimone dalle mani del compagno di squadra; sarebbe la minestra riscaldata , per alcuni buona, ma pur sempre  riscaldata. Certo le alternative non sono altro che una serie di cumuli di “risorse umane” che un tempo fiancheggiavano uno e oggi l’altro. In composizioni sempre più strane, come se bastasse l’originalità per produrre una formazione politica: seria, competente, tenace e vincente.  Tutto intorno un silenzio tombale su: ideologie ,percorso condiviso,  identità di gruppo e programmi elettorali (che anche se tediosi ,vuoi o non vuoi, devi almeno abbozzare)  I movimenti politici oggi a Sant’Arpino sono svuotati di tutto questo, “nell'aria vaneggiano ,solo, grida strazianti di demagogia e nauseabonde ondate di populismo”; poiché sull'ideologia politica si costruisce un gruppo che da un percorso condiviso crea la propria identità che si evolve in proposte alla cittadinanza ossia in programmi elettorali. Nessuno si senta escluso dal ragionamento. L’elettorato si troverà a scegliere in base a canoni di giudizio che non sto nemmeno qui a raccontare, con fare per metà scanzonato e irresponsabile e per metà masochista .Chi aveva l’obbligo morale di accollarsi sulle proprie spalle il peso di un così evidente e irrecuperabile disastro? Chi ha il vigore e la forza di capovolgere come un calzino la situazione attuale? Chi se non la classe giovanile? Il fallimento più grande giace come un macigno sule loro coscienze dilaniate. Ci sarà sicuramente qualche nuova entrata qua e là per dare freschezza alle liste, ma non rappresenterà più di quello che hanno rappresentato tutte le nuove leve che si sono fatte largo dal 2003 in poi (Di fatto politici molto più datati sono ancora in “sella al cavallo”).Schiavi del nepotismo, sperano ancora di rosicchiare le briciole di un potere che deriva  da parentele portatrici di consenso. Il più abominevole delitto l’hanno commesso quando hanno rinunciato al proprio pensiero in luogo di diktat familiari o semplice paura di un salto nel vuoto, quando hanno finto di non capire che l’unione di tutte quelle volontà avrebbe prevalso sui  vecchi meccanismi clientelari alimentati dal traffico di consensi. Hanno dolosamente voluto non vedere questo cambiamento e, conseguentemente, non attuarlo “sull'ideologia politica che costruisce un gruppo che da un percorso condiviso crea la propria identità e si evolve in proposte alla cittadinanza ossia in programmi elettorali”. In pratica la classe giovanile è l’atleta che fa cadere il testimone a terra, la figuraccia nella tragedia , la comicità di un evento drammatico. Eppure ci sarebbe stata l’opportunità di garantire la rappresentanza in comune a tutte le componenti della società: bassa media e alta; che peccato.
Sant’Arpino è un paese che , tutto sommato, è a misura d’uomo; ci sono molti servizi privati e pubblici, il tasso di criminalità è piuttosto basso , geograficamente è posizionato quasi alla stessa distanza tra le due provincie di Napoli e Caserta (con buoni collegamenti in ambedue i sensi). Nella comunità è alternamente diffuso un senso della cosa pubblica anche abbastanza evidente. Rivolgendo un occhio ai numeri sciolinati qualche riga in alto e riferendoci alla caotica situazione di questi mesi politici ,  dove l’unico tema di grandissima attenzione: era, è e sarà il PUC (Piano urbanistico comunale o per i più l’ultima occasione di cementificare i 3,2 km² del nostro territorio accrescendo il tasso già alto di ab/ km²), allora possiamo ben dire che l’ideologia comune è mettere le mani sul piano urbanistico, creare un gruppo di pressione che attraverso un percorso comune fondi la propria identità sull'interesse e il tornaconto economico. No , non ho dimenticato le proposte ai cittadini ma con questi presupposti cosa fare se non inventarle? E ci ritroveremo , al solito, con in mano libretti dei sogni , con colori e simboli differenti, fondati più sulle speranze che su piani concreti di sviluppo: sociale, economico, urbanistico e culturale. Si ritroveranno poche persone a speculare e la comunità tutta a farne le spese.
Lo stato di salute pubblica avrebbe bisogno di un comitato omonimo in cui vige l’aristocrazia di stampo greca, che ghigliottini le teste (metaforicamente) e riporti alla vita un paese che, in proporzione al territorio, è ricco di risorse umane e culturali di grande valore. Lo stato di salute pubblica indica chiaramente che l’ammutinamento generale al buon senso e all'amministrazione del bene comune è grave ma non irreversibile. L’appello è di meditare a fondo, non per scegliere dove apporre la “X” al momento del voto ma per mettere in campo, qualora ci fossero, tutte le qualità e il coraggio per metterci la faccia e fermare l’inerzia con la quale si è soliti ingoiare ogni porcheria che il circo politico ci propina.
Diligentemente, una Santarpinese come tanti.
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