Sant’Arpino. Giovanni D’Elia intervista Giuseppe Dell’Aversana. “Fare il sindaco è logorante”
La redazione di Atell@news
Ha deciso di non candidarsi Giuseppe Dell’Aversana, sindaco al terzo mandato e con buone probabilità di arrivare al quarto se si fosse ricandidato per continuare il lavoro già svolto, il cui bilancio, come per ogni cosa, presenta luci e ombre.“Bisogna tener conto del contesto in cui abbiamo lavorato e del disastro che abbiamo trovato. I risultati vanno visti alla luce delle condizioni in cui abbiamo amministrato con 22 pensionamenti e zero assunzioni dal 2016 ad oggi. Abbiamo operato in Pre dissesto e poi dissesto finanziario, non per colpa nostra. Le casse vuote e difficoltà enormi a spendere".Perché non vuole ricandidarsi?
“La decisone è figlia di una duplice riflessione. La prima è politica e riguarda lo stato disastroso in cui versano i Comuni. E che non si tratti di un problema di poco conto lo chiarisce bene l’inchiesta de 'L’Espresso'. Siamo di fronte ad un vero collasso, soprattutto nel Mezzogiorno, dove è difficile perfino approvare i bilanci. Se si aggiunge che molti Comuni, e tra questi il nostro, sono in dissesto, ci troviamo veramente di fronte a un quadro drammatico. I sindaci sono stati lasciati soli dallo stato, non possiamo assumere personale con uffici vuoti, C’è da sperare che le cose migliorino con i provvedimenti del Governo Draghi, augurandoci che le amministrazioni territoriali siano coinvolte nel processo decisionale”.
Da ciò la decisione di abbandonare o c’è dell’altro?“Come dicevo c’è anche un’altra riflessione, più’ personale e che da molti è stata definita “stanchezza” in rifermento al desiderio di voler riposare. E vorrei chiarire il senso e il significato di tale espressione”.
Prego“Fare il sindaco, nelle condizioni date, è logorante è un impegno che ti assorbe completamente. Ti restano poco spazio e tempo, se non proprio nulla, per la famiglia, gli affetti e gli altri interessi. Sei totalmente assorbito da responsabilità enormi e problemi colossali. In cinque anni, ho dato il massimo di energia e tempo, sono stanco, ho perso il contatto con la vita mia personale. Ti chiedi che senso ha sacrificare affetti, famiglia e tutto il resto di fronte a uno stato, il cui quadro di riferimento cambia poco poiché totalmente in crisi.”.
Cioè?“Sei chiamato a operare in una vera e propria giungla legislativa, che invece di darti certezze, consente spazi di ambiguità, soluzioni contrastanti e perfino contraddittorie. E tutto ciò accresce il potere di una burocrazia, spesso anche poco competente, che si muove tra due eccessi: frequente violazione delle regole o applicazione rigida fino all’eccesso di zelo. Con il paradosso di avere sullo stesso provvedimento pareri diversi da parte degli uffici competenti. Praticamente assenza totale di buon senso e una selva di pareri l’un contro l’altro armato”.
Per il Puc è stata dura?“Il Puc ha visto un impegno corale di tutti, si è dovuto operare in un contesto territoriale fortemente compromesso da scelte precedenti. In questo Puc nessuno è rimasto indietro e, quindi, nessuno è in condizione di scagliare la prima pietra. Alcune illazioni sono autentiche mascalzonate. Si sono salvaguardati gli interessi legittimi di tutti i piccoli proprietari per ridistribuire equamente volumi edificatori residui dopo il poderoso consumo di volumi a vantaggio di pochi imprenditori. Spero che il consiglio comunale lo voti, altrimenti i consiglieri comunali fanno un danno al paese.”.
Allora, Sindaco, il Puc lo si può considerare un risultato positivo di questo suo terzo mandato. Cosa altro lasciate di positivo ?“ Abbiamo messo a norma il liceo, senza soldi nelle casse comunali, abbiamo intercettato finanziamenti esterni per interventi su tutti gli edifici scolastici, sul palazzo ducale e rifatto l'asfalto nelle strade principali del paese. Abbiamo aumentato di oltre venti punti la raccolta differenziata, risparmiato milioni di euro di spesa per lo smaltimento rifiuti, nessun ruolo suppletivo, razionalizzato tutte le spese, eliminato gli sprechi nel bilancio , recuperato evasori ed elusori, dimezzato il costo del tesoriere, avviato il recupero dell'ex Municipio di Atella di Napoli, aperto l'asilo nido, impedito il crollo della cappella del Purgatorio, affidati loculi a cittadini in attesa da anni, adeguato l'impianto elettrico nel cimitero a costo zero, chiusa una voragine che poteva restare aperta per anni, rifatte le strade in basolato del centro storico, il ponte ferroviario, uno spazio pubblico con giochi per bambini,assunti gli LSU, valorizzati i beni culturali con le giornate FAI, la notte bianca su via De Gasperi, impedita la perdita di lavoro ai dipendenti della multiservizi che altri hanno fatto fallire, abbiamo bandito otto concorsi per assumere impiegati al comune. E tanto altro ancora che mi preoccuperò di rendicontare e pubblicare.
Deluso per l’eccesso di critiche?“La critica è il sale della politica. È una legittima prerogativa dell’opposizione e dei cittadini. È quando diventa il pretesto per uno scontro incomprensibile che alimenta ‘la gramigna dell’insulto’ che fa male. Perché diventa uno scontro immotivato privo di ogni elemento argomentativo. E ti fa più male quando questa critica ti viene da cittadini, una minoranza che fa rumore, che ti muove accuse pretestuose e magari hanno costruito abusivamente, evadono le tasse, hanno fallimenti familiari e lavorativi alle spalle, però ti attaccano e ti insolentiscono, spargendo fango, sui social”.
Vuole aggiungere altro? "Si. Voglio ringraziare tutti i miei assessori ed i miei consiglieri, hanno lavorato duro con me in questi anni. Grazie al loro impegno se abbiamo raggiunto insieme tanti obiettivi. Non era facile. "Da questo colloquio franco e sincero ne esce un Sindaco deluso, più che stanco. Un Sindaco che dopo aver combattuto contro mille ostacoli ha il desiderio di volere e poter fare una vita normale, più tranquilla, dopo essere stato al servizio del suo paese. In bocca al lupo, Sindaco, sperando in un ripensamento.
Giovanni D'Elia