Sant’Arpino, Puc. Romano:”Verificare eventuali incompatibilità dei consiglieri in modo più approfondito. Il piano non tutela i piccoli proprietari”
SANT'ARPINO. Protocollata, durante questa settimana, una richiesta in merito al Puc da parte del dirigente della locale sezione di Forza Italia Nicola Romano indirizzata al segretario comunale Fabiana Lucadamo e per conoscenza al Prefetto di Caserta.
"Come è noto il PUC del Comune di Sant’Arpino sta per approdare in consiglio comunale - scrive Romano nella richiesta protocollata - e tutti i consiglieri comunali sono tenuti, nel rispetto di quanto previsto dall’art. 78 del D. Lgs. 267/2000, a rendere una preventiva dichiarazione circa la sussistenza o meno di interessi giuridici diretti di loro parenti ed affini entro il 4° grado, con l’obbligo di astenersi qualora sussistessero tali interessi. La domanda sorge spontanea: come può ogni consigliere conoscere della esistenza di “interessi giuridici” di tutti i relativi parenti (e persino degli affini) entro il 4° grado? Come può, ad esempio, sapere se uno dei trenta ipotetici cugini del proprio coniuge (parliamo quindi di un affino di 4° grado) sia o meno proprietario di un terreno rientrante nel PUC da votare? Il rischio è che molti consiglieri possano incorrere (incolpevolmente) in dichiarazioni mendaci e rendere vano lo scopo della citata disposizione normativa (art. 78). A questo punto, anche per una questione di trasparenza oltre che di legalità, rendere pubblico (almeno per i soli consiglieri comunali) l’elenco di tutti i proprietari dei lotti di terreno del territorio comunale affinché possano rendere una dichiarazione consapevole".
Romano ha poi sottolineato le sue perplessità in merito al provvedimento che dovrebbe approdare in consiglio comunale nelle prossime settimane.
"Nel Puc non si sono salvaguardati gli interessi legittimi di tutti i piccoli proprietari - ha sottolineato il dirigente tricolore - con una distribuzione equa dei volumi edificatori residui, ma sono stati privilegiati i terreni dei familiari di qualche consigliere comunale e del Sindaco, facendoli passare da zone F (aree destinate ad opere di interesse collettivo, come tali non edificabili), a zone edificabili. Facendo così hanno ottenuto un doppio risultato: è aumentato il valore economico al metro quadro di quei terreni con consequenziale diritto di edificazione e si sono svalutati i terreni degli altri cittadini che sono diventati non edificabili. E per giustificare ciò, si sono avvalsi addirittura del parere di un avvocato, pagato con le tasse dei cittadini. Parere che verrà richiesto nuovamente (onerosamente) per la votazione in Consiglio Comunale".