Vairano Patenora “Io mi chiamo Domenico, ho sedici anni e dimostrerò di non essere un ragazzino”: l’incipit di “L’età delle madri” di Vittorio Punzo, classe 1998, presentato nella splendida cornice di Villa Cirelli, nel borgo medievale di Vairano Patenora.
Vittorio Punzo vive a Vairano Scalo, in provincia di Caserta, dove ha frequentato il liceo scientifico, opzione Scienze Applicate. Nel 2019 ha conseguito il diploma in scrittura creativa presso la Scuola Holden. Nello stesso anno ha scritto per Storielibere.fm Moon un episodio del podcast Holden Lab. Attualmente è iscritto a Torino al corso di laurea in Culture e letterature del mondo moderno. L’età delle madri, finalista alla XXXIV edizione del Premio Calvino e vincitore di una menzione d’onore della Giuria è un libro travolgente, sfuggente, sospeso tra finzione e realtà; mondo onirico e verità.
Protagonista del romanzo è Domenico, un ragazzino di sedici anni che non vuole saperne più nulla della scuola e che, più di tutto, vuole dimostrare al mondo di non essere un ragazzino. Innamorato di Maria Vittoria, la sua fidanzata di cinque anni più grande di lui, per Domenico le difficoltà iniziano quando si mette in testa di conoscere Anna, madre della ragazza. Seppur adulte rispetto al protagonista, Maria Vittoria e Anna, si comportano da adolescenti in preda a traumi irrisolti e trascinano il giovane in un vortice emozionale tra bevute, litigi e robot lavapavimenti in una dimensione allucinata rispetto alla cittadella di Pacifica in cui si dipanano le vicende narrate. Il misterioso triangolo emotivo tra i protagonisti è complesso e diversi sono gli scenari a fare da sfondo; lo stesso protagonista del libro dice: “Il dolore, il piacere, la vergogna sono luoghi diversi. Trovarli tutti insieme, sovrapposti, è un collage” e Vittorio Punzo con una penna fluida e una scrittura mai banale riesce a catapultare il lettore in uno spazio unico e a renderlo protagonista di una vera e propria estasi panica, in un continuo fondersi e confondersi tra le parole che fanno da star.
Un pomeriggio all’insegna della buona compagnia quello vissuto nella maestosa cornice di Villa Cirelli, fortezza normanna la cui architettura profuma di storia e di cultura. Ospiti d’eccezione Domenico Proietti, professore di Linguistica italiana presso l’Università della Campania “Luigi Vanvitelli” e ricercatore presso il Centro di studi di filologia italiana dell'Accademia della Crusca, e del dirigente scolastico Antonio Tubiello, esperto saggista. A coordinare il dibattito la giornalista Michela Formisano. Proietti, che ha molto apprezzato la storia e la scrittura dell’autore, ha posto l’accento sull’utilizzo frequente di Vittorio Punzo del discorso indiretto libero, una forma particolare di narrazione scritta in terza persona ma che mantiene, però, gli elementi essenziali di un narratore in prima persona. Attraverso questa tecnica, prosegue il linguista, l'autore può descrivere sviluppo narrativo, emozioni e pensieri dei personaggi pur rimanendo a distanza di osservazione e Punzo lo fa in modo brillante descrivendo un amore che Domenico Proietti definisce “mentale e carnale”.
Un’esperienza singolare quella che ha donato Vittorio Punzo ai suoi lettori con un romanzo ed una presentazione che ha lasciato tutti, considerando anche la sua giovane età, senza parole. Svariate le domande degli ospiti e del pubblico a cui l’autore ha risposto senza mai svelare il contenuto del libro alimentando, perciò, la curiosità. E non è mancato neppure chi, estasiato dalla caratterizzazione dei personaggi e dalla minuziosa descrizione dei luoghi ha pensato alla possibilità di fare del libro un film. Non ci resta che aspettare e sperare che alla domanda “Ci sarà un seguito per L’età delle madri?” ci possa essere esito positivo.