Sant’Arpino, giovedì all’opificio Puca partono gli appuntamenti degli “Art Days”. “Che può fare l’arte di fronte al brutto spinto fino all’orrore e al crimine?”

SANT'ARPINO. Al via, giovedì nel Comune atellano, l'unico appuntamento in provincia di Caserta con gli "Art Days", il grande festival regionale dell'arte contemporanea.

Negli spazi di archeologia industriale dell’Opificio Puca, riconvertiti in laboratorio permanente dal 2021 per il progetto "Oh,ah,si! Sul fiume fuori rotta", una comunità di artisti e attivisti, nel nome di una pratica artistica condivisa, espongono il loro punto di vista sul viaggio intrapreso lungo il fiume Volturno. Artisti di generazioni e provenienze diverse, apparentemente distanti per formazione e ricerca, accomunati dalla medesima responsabilità etica prim’ancora che estetica dell’arte e del suo potere sociale. Tra gli artisti coinvolti, gli esponenti del gruppo Underword che nel 2006 realizzarono Napoli Assediata, curata da Giuseppe Montesano e Vincenzo Trione ( Napoli Assediata, edizione Pironti) che in compagnia di scrittori, critici, architetti e urbanisti si chiesero:

Che può fare l’arte di fronte al brutto spinto fino all’orrore e al crimine?  Può la poesia, con il suo tentativo di attraversare il brutto per immaginarlo diverso, diventare una forma della politica non politica? Forse si.”

Il progetto oh, ah, si!  nasce dalla ritrovata necessità di provare a dare delle risposte a questi interrogativi. I 13 artisti sono stati invitati a esplorare con le stesse modalità di allora il territorio della provincia di Caserta attraversato dal fiume Volturno. Un tentativo disperato di esplorare un luogo fisico e non mentale, partendo dal mare e risalendo contro corrente il fiume, rigorosamente a piedi e senza mai allontanarsi dall’impronta visiva dell’acqua. Riportare in vita il concetto di fiume, non solo come entità naturalistica, ma come aggregazione, flusso di idee e il punto dal quale ripartire; costruire modelli d’azione all’interno del reale esistente, “apprendere ad abitare meglio il mondo” e non formare realtà immaginarie o utopiche; ma instaurare relazioni umane “vissute direttamente” a discapito della loro rappresentazione “spettacolare”.

Nei  giorni della mostra ,  l’Opificio Puca si trasforma in una  piattaforma artistica interdisciplinare, attraverso: laboratori, installazioni, archivi, discussioni, azioni perfomative partecipate.

Di seguito il programma:

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