Sant’Arpino. La comunità atellana in lutto per la scomparsa di Giuseppe Capasso

Sant'Arpino. La comunità atellana piange la scomparsa di un suo valoroso figlio: dopo una lunga sofferenza, all’età di 72 anni, è venuto a mancare Giuseppe Capasso, sostituto Commissario della Polizia Stradale, per lunghi anni Comandante della Polstra di Guardamiglio, in provincia di Lodi, dove era molto apprezzato per la serietà, dedizione e professionalità.
Appartenente ad una stimata e conosciuta famiglia santarpinese, è fratello del manager e più volte vicesindaco Ernesto Capasso, il sostituto commissario è sposato con la signora Giovanna D'Antonio ed è padre di quattro figli: Piera, Stefania, Valerio ed Alessandro.
La lontananza da Sant’Arpino non ne aveva per nulla scalfito l’amore per le sue radici. Seguiva infatti con particolare attenzione le vicende santarpinesi e tutte le volte che poteva tornava per trascorrere un po’ di tempo con familiari e amici.
Arruolatosi in Polizia Stradale nel 1970 Capasso, si era congedato dopo oltre quarant’anni di onorato servizio sempre svolto con passione e straordinario senso di responsabilità.
Numerosi i riconoscimenti ottenuti nel corso della sua lunga carriera. Nel 2015, tra l’altro, fu insignito dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano del titolo di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana. L'onorificenza gli fu consegnata dal Prefetto di Lodi, Antonio Corona, nel corso di una solenne cerimonia tenutasi nel centro storico della cittadina lombarda, proprio in occasione della Festa delle Repubblica il 2 giugno. Alla manifestazione presenziarono tantissime autorità civili, religiose e militari, fra cui il sindaco di Guardamiglio, centro dove il comandante Capasso ha dimorato fino alla sua morte arrivata in una torrida giornata di fine agosto.
La notizia della scomparsa del sostituto commissario ha avvolto in un velo di tristezza la comunità di Sant’Arpino da sempre orgogliosa per questo proprio figlio che ha saputo farsi valere ed apprezzare in diverse zone d'Italia. Tutti gli riconoscevano doti di equilibrio e saggezza, pur avendo svolto ruoli di comando ha conservato sempre un profilo umile e di grande disponibilità umana verso tutti quelli che in qualche modo entravano in contatto con lui.

Con la forza dei valori che la sua terra meridionale gli aveva trasmesso, anche nei giorni più drammatici e dolorosi della sua lunghissima malattia ha cercato di non perdere quel contagioso sorriso che da sempre faceva brillare il suo volto ed era la gioia della sua famiglia, in particolare degli adorati nipotini Alessandro, Emanuele e Sveva.

Sarà proprio il ricordo di quel caldo sorriso ad illuminare il cammino dei suoi familiari, in particolare della moglie e dei figli, dei fratelli Ernesto ed Angelo, della sorella Maria, attorno ai quali si stringe commossa l’intera comunità di sant’Arpino per un vuoto che difficilmente potrà essere colmato.

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