Sant’Arpino. È la settimana della Festa di Sant’Aloja. Arte, Musica e Memoria le parole d’ordine per la terza edizione organizzata da Mimmo Limone

SANT'ARPINO. È iniziato il countdown per la terza edizione della “Festa di Sant’Aloja”, manifestazione organizzata dall’event planner Mimmo Limone insieme all’associazione “Meddis” con il patrocinio del Comune di Sant’Arpino, in calendario il 6, il 7 e l’8 settembre 2024 nel Comune atellano. “Musica”, “Arte” e “Memoria” le parole d’ordine per la programmazione delle numerose performance che avranno luogo durante le tre serate accompagnate dalle spettacolari installazioni artistiche realizzate dalle volontarie dell’associazione Meddis.

È tutto pronto per una festa realizzata grazie alla preziosa collaborazione degli sponsor e di tante persone che si impegnano per fare qualcosa di buono per il nostro paese. - ha fatto sapere Limone - Siamo consapevoli del fatto che per la terza edizione le aspettative sono più alte ma abbiamo lavorato ad alcune importanti novità artistiche che miglioreranno quello che è un evento caratterizzato da una certa imprevedibilità ma che ha come fine ultimo quello di far stare bene le persone ponendo la felicità degli avventori come obiettivo cardine”. 

La festa dedicata a Sant’Aloja (Sant’Aloa/Aloja, translitterazione del francese Eloi, Eligio, dal latino eligere, cioè “scelto da Dio”) nasce per la presenza di un vicoletto dedicato al Santo francese, molto stretto perché di origine medioevale, che collega vico Atellano con via Marconi. Sant’Arpino intorno al 1170 era feudo di un barone di Aversa e quando i baroni di Aversa si allearono con gli svevi contro gli angioini alla vittoria degli angioini il Re Carlo D’Angiò tolse tutti i possedimenti agli svevi e li consegnò ai francesi che l’avevano affiancato in battaglia. Un francese molto devoto di Sant’Aloja, Jean Troussevache, ebbe il feudo di Sant’Arpino e probabilmente realizzò una cappella nella zona dedicata al Santo protettore degli orafi, dei numismatici, dei maniscalchi e dei veterinari. Memorabile è il detto coniato a Napoli, ”Pusà 'e fierre a Sant’Aloia", indirizzato originariamente ai maniscalchi che per limiti di età smettevano di lavorare e che oggi viene utilizzato anche per la presunta fine di “altre doti”.

Ricco il programma della kermesse che si svolgerà nell’area intorno al vicolo di Sant’Aloja tutti e tre i giorni a partire dalle ore 19 (vico Sant’Aloja, vico Atellano, via Marconi). Per gli spettacoli musicali, durante il weekend si esibiranno la banda musicale di Pulcinella, l’arpista Zena e Tommaso Mozzillo con il suo mandolino. Nel corso delle serate si potranno incontrare “O’Munaciello”, “'O Scartellato” e Pulcinella che gireranno per le strade dove sono previste anche delle esibizioni della scuola di danza “Paquita”, le estemporanee di pittura, sfilate e balli con abiti d’epoca, un percorso di decorazione, “l’angolo del ritrattista” e le sfilate di cavalli e carrozze dell’Antico Forno di Antonio Tanzillo. Oltre ai diversi stand gastronomici ci sarà un’area dedicata all’animazione per i più piccoli, una zona dedicata alle attività legate alla lavorazione della canapa e un’area per i balli di gruppo e il ballo liscio curata da Terry Dance, Elena Romano, Manuela Orsini e Nancy Dance. In calendario il giorno 6 lo spettacolo della “Società di Danza Napoli e Caserta”, un’associazione culturale che si occupa dello studio, nonché della pratica e diffusione di danze di società di tradizione ottocentesca guidata da Lucio Martino.

Preziosa la collaborazione delle associazioni che si occuperanno, tra le altre cose, degli allestimenti delle corti di vico Atellano: “Scusate il ritardo”, “Caffè letterario Macrì”, “Forum Giovani” e i membri dell’O.S.C.T.J. (Ordine Sovrano Cavalieri del Tempio di Jerusalem) meglio conosciuti come “Cavalieri Templari”.

Un variegato menu a cui va doverosamente aggiunta la stravaganza di Mimmo Limone che accompagnerà con il suo microfono tutti i momenti di una festa “per tutti”: bimbi, adulti, famiglie e ragazzi.

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