Indagata per truffa, scarcerata dopo 7 giorni da incubo

Castel Volturno. Arrestata in aeroporto a Milano, condotta ai domiciliari a Castel Volturno e liberata (con due giorni di ritardo) perché ci sono dubbi sulla sua identificazione. Sono i sette giorni da incubo vissuti da una 26enne, indagata per una truffa ai danni di una coppia di anziani avvenuta a Catanzaro il 30 novembre. Secondo l'accusa, la donna, qualificandosi come assistente di uno studio legale, si sarebbe presentata a casa dei due coniugi calabresi per incassare la somma di 6mila euro per la 'cauzione' da versare per un finto incidente avuto dal figlio della coppia. Le forze dell'ordine, dopo la denuncia della coppia, acquisiscono delle immagini di videosorveglianza in cui si vede una Fiat Panda. Dal numero di targa l'auto risulta trattarsi di una vettura a noleggio e tra le persone che l'avrebbero presa risulta anche la 26enne. La donna, infatti, aveva noleggiato il veicolo a settembre, quando viene anche fermata dai carabinieri per un controllo stradale e identificata. Da quel controllo si risale alla patente di guida e quindi alla fotografia della giovane donna, che viene poi riconosciuta dalla coppia vittima della truffa. Per la 26enne scatta l'arresto. Le manette scattano appena atterra in Italia di rientro da Dubai. La ragazza finisce ai domiciliari a Castel Volturno su ordine del gip di Catanzaro ma si professa innocente. Il suo difensore, l'avvocato Francesco Angelino, chiede che sia interrogata e fornisce durante l'interrogatorio, svolto per rogatoria a Santa Maria Capua Vetere, una serie di riscontri da cui emerge che quando è avvenuta la truffa l'auto non era nella disponibilità della sua assistita. Addirittura, quando avviene il raggiro non sarebbe stata nemmeno in Italia come dimostrerebbero le ricevute di un hotel.  Nonostante il parere negativo della Procura di Catanzaro, il gip ha accolto l'istanza di scarcerazione, revocando la misura cautelare. La fine di un incubo? Non ancora. Dal momento in cui il magistrato dispone la scarcerazione, infatti, il provvedimento non viene notificato alle forze dell'ordine per l'esecuzione. La donna resterà altri due giorni ai domiciliari prima di tornare finalmente libera.

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