Sant’Arpino. Imputati per oltraggio a pubblico ufficiale. Assolti i coniugi Gargano e Reccia

Sant’Arpino. Assolti perché il fatto non sussiste. La Prima Sezionale Penale della Corte di Appello di Napoli, presieduta dalla dottoressa Daniela Critelli ha scritto così la parola fine su una vicenda che ha visto coinvolti i due coniugi santarpinesi, Vincenzo Gargano e Maria Grazia Reccia. 

Nella sentenza, il cui consigliere estensore è stato il dottor Aldo Polizzi, il giudice di secondo grado ha accolto per intero la tesi difensiva dell’avvocato Giovanni Midiocestomarco, riformando la sentenza di primo grado del Tribunale di Napoli Nord che aveva condannato marito e moglie a 4 mesi di reclusione nonché al risarcimento del danno subito da un ausiliario del traffico e al pagamento delle spese processuali.

La vicenda prende le mosse dalla denuncia di un ausiliario del traffico del comune di Sant’Arpino, che lamentava come il 30 Agosto del 2018 sarebbe stato ingiuriato da Gargano e Reccia, che per questo motivo furono condannati per oltraggio a pubblico ufficiale.

Secondo l’accusa i due coniugi mentre stavano giungendo presso la Casa Comunale di Piazza Macrì avrebbero insultato l’ausliiario del traffico in quanto questi due giorni prima si sarebbe recato presso la loro abitazione per invitarli presso il Municipio per ricevere delle comunicazioni.

E se il Tribunale di primo grado aveva ritenuto fondato la tesi accusatoria, la Corte di Appello ha invece, rimarcato come l’appello dell’avvocato Midiocestomarco “coglie nel segno e va accolto” in quanto il processo ha dimostrato “fuor di dubbio come la parte offesa aveva in realtà solo la mansione di ausiliare del traffico e non svolgeva le funzioni tipiche del proprio incarico al momento dei fatti”.

Per la Corte di Appello “il delitto di oltraggio, commesso ai danni di un ausiliario del traffico, si può ritenere integrato laddove lo stesso stia agendo nella qualità di pubblico ufficiale o di incaricato di pubblico servizio, qualità che però sussiste esclusivamente nei casi in cui si trovi ad esercitare e funzioni di sua competenza, costituite dall’accertamento delle contestazioni connesse al parcheggio nelle aree destinate alla sosta e nelle zone immediatamente limitrofe. Orbene nel caso di specie le frasi ingiuriose non erano rivolte ad un soggetto - in quel frangente- qualificabile come pubblico ufficiale, in quanto la parte offesa non svolgeva affatto le funzioni di ausiliare del traffico, bensì si trovava inopportunamente a prestare servizio di prestigio dell’Ufficio dei Vigili Urbani e di gestione del traffico nella piazza antistante”.

E come evidenziato dall’avvocato Midiocestomarco appare chiaro che l’ausiliario del traffico “non ricopriva né al momento, né in precedenza, la qualifica di pubblico ufficiale”.

Per queste ragioni gli imputati Gargano e Reccia sono stati assolti perché il fatto non sussiste.

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