Orta di Atella, domenica 26 il centro studi “Stanzione” accoglie lo scrittore Giuseppe Montesano
Orta di Atella. Domenica 26 febbraio alle ore 18,00 il Centro Studi Massimo Stanzione di Orta di Atella è onorato di accogliere un illustre concittadino atellano, letterato di spicco nel panorama europeo: Giuseppe Montesano. Dialogheranno con l’autore il Prof. Luigi Mozzillo ed il direttore del Centro Alessandro Di Lorenzo. Saluti del Presidente dott. Zaccaria Del Prete e letture della dott.ssa Francesca Iovinella.
Giuseppe Montesano è originario di Sant’Arpino (1959) dove vive e lavora, tra Napoli e Caserta. Studioso e traduttore di letteratura francese (La Fontaine, Gautier, Flaubert, Villiers de l’Isle-Adam, Baudelaire, di cui ha curato l’edizione nei «Meridiani» con G. Raboni), collabora con diverse testate giornalistiche (i suoi ritratti satirici sul «Mattino» sono raccolti in Magic people, 2005). Ha esordito nella narrativa con A capofitto (1996), romanzo in cui si muovono, tra ironia, gusto del grottesco, vitalità napoletana e crudo realismo, una miriade di personaggi picareschi. Nel successivo Nel corpo di Napoli , con il quale è stato finalista al Premio Strega nel 1999, la città partenopea diventa metafora di un mondo caotico. Di questa vita menzognera (2003, premio Viareggio) è una feroce satira politica e sociale che propone un grottesco e amaro ritratto di un mondo culturale futuribile, ma non troppo lontano dalla realtà.
«‘La vita è altrove’, diceva Rimabud, ma se la vita vera è altrove non vuol dire che questo mondo miracoloso va abbandonato! Al contrario: vuol dire amare ancora di più le apparenze e le superfici, l’ordine e la bellezza, il lusso, la calma e la voluttà. Il mondo falso che ci viene inflitto non basta a nessuno, a tutte le vite manca qualcosa di essenziale, e per trovare ciò che manca bisogna saperlo immaginare. Leggere vuol dire evocare apparizioni che ci mostrano tutte le vite che potremmo avere, e tutti i mondi che ci sono dentro al mondo. [… …]
Allora l’altrove va cercato con ogni nostro desiderio. Vivere in tempi difficili ci costringe a cercare con la mano sinistra? E allora cerchiamo con la mano sinistra: con astuzia, con grazia, con candore. Rubiamo tempo vivo agli schemi menzogneri e alle relazioni fasulle e leggiamo, ascoltiamo, pensiamo, sogniamo».
(Per cominciare da Lettori selvaggi)
Giuseppe Montesano ha scritto un libro impossibile e ci è riuscito. Con impossibile intendo dire un libro in grado di tenere dentro tutto ciò che è possibile dire. Tutto ciò che è possibile pronunciare. Sì. Di fronte alla fisicità di questo libro, il suo numero di pagine, il suo stile, ci si trova con la stessa emozione che si è provata dinanzi a "Horcynus Orca" di Stefano D'Arrigo, scritto in vent'anni, vent'anni sulle stesse pagine. Lo stesso senso di occupazione che ti genera l'"Ulisse" di Joyce, da cui non esci, se non mutato per sempre. Ecco, Montesano percorre queste strade letterarie.
Voglio avvisarvi sin da ora: questo non è un libro e nemmeno un'enciclopedia, ma una visione
(R. Saviano, La Repubblica,)
Il giardino letterario di Montesano è tutto suo, in ogni senso, ma non è un capriccio antologico, perché nasce, come abbiamo detto, da una vicenda culturale di indubbia autenticità e spessore nel suo «incesto culturale» di contemporaneo e classico. È, inoltre, un giardino a ingresso libero, e chiunque vi può entrare, aggirarvisi come gli pare e raccogliervi ciò che gli aggrada (e da raccogliere vi è moltissimo) o uscirne senza coglierne nulla, ma con la certezza di non avervi perduto o ingannato il tempo. Non accade spesso.
(G. Galasso, Il Corriere del mezzogiorno)