Cesa L'arresto e la custodia cautelare in carcere per reati gravi come l'usura e l'estorsione e, dopo alcuni, anni l'assoluzione.
Questo il calvario che ha dovuto affrontare Raffaele Marrandino, imprenditore edile di Cesa.
La vicenda risale al 2011 allorquando Marrandino, impegnato in una operazione immobiliare, venne denunciato dall'ex socio e tratto in arresto, in compagnia di un altro imprenditore, anch'egli interessato all'intervento. Diversi i mesi trascorsi in carcere, per poi affrontare il processo, dinanzi al Tribunale di Napoli.
Nel corso del dibattimento, Marrandino, difeso dall'avvocato Enzo Guida, ha potuto dimostrare la propria estraneità alla vicenda, grazia anche alle indagini difensive espletate al momento dell'arresto.
Il dibattimento ha fatto emergere una serie di contraddizioni nella ricostruzione della vicenda, che hanno minato la credibilità della persona che aveva presentato denuncia. Il tutto assieme alle prove offerte dalla difesa, ha portato il tribunale ad emettere una sentenza di assoluzioni in favore dell'imprenditore cesano.