Cesa: Banco Alimentare, le critiche di Ernesto Ferrante
Cesa Riceviamo e pubblichiamo dal capogruppo consiliare di "Cesa C'è", Ernesto Ferrante.
"Approfitto di qualche minuto del vostro tempo e della vostra pazienza per dire la mia sul Banco Alimentare e la sua gestione. Sarò sintetico e dietro le mie parole non c'è alcun intento polemico ma alcune cose vanno dette e come capogruppo di Cesa C'è ho l'obbligo non solo morale di farlo. Le misure di contrasto alla povertà sono cosa buona e giusta ma oltre alla sostanza, quando si tratta di persone e di esistenze, occorre anche la forma. Lo dico senza mezzi termini: ho trovato fuori luogo la pubblicazione per esteso dei nomi dei "beneficiari" del pacco ed il suo rimbalzare sulle bacheche facebook. La povertà è una condizione, molte volte frutto di sfortuna, e non può e non deve diventare motivo di vergogna e di imbarazzo. Si sarebbero potute riportare le iniziali o utilizzare delle matricole o dei codici identificativi, garantendo la trasparenza e assicurando allo stesso tempo la riservatezza dei nostri compaesani meno fortunati. Capitolo polemiche di piazza. Chi ha prodotto certificazioni mendaci o poco chiare, ne risponderà nelle sedi competenti oltre che alla sua coscienza ma sparare nel mucchio, non serve a nulla. Vi è poi l'istanza di accesso agli atti che garantisce tutti. Tanta gente che non ha nulla da mettere a tavola, non presenta la domanda per vergogna e certe modalità gestionali o comportamentali non aiutano certamente chi già soffre. La dignità umana viene prima di tutto. Trovo inoltre poco opportuna la distribuzione dei pacchi a domicilio ad opera di volontari, sempre per lo stesso motivo. I dipendenti comunali e gli Lsu hanno dimostrato di poter espletare al meglio tale servizio ed un rapporto con l'ente e con persone esperte, è sicuramente meno imbarazzante per anziani e padri e madri di famiglia rispetto al trovarsi di fronte magari qualche giovanotto, sicuramente animato da buona volontà e senso civico, ma meno abituato a gestire una situazione così delicata. Un' ultima considerazione ma non per importanza. L'energia e la curiosità messe nel leggere e pubblicare l'elenco, dovremmo impiegarle nell'aiutare quelle persone che non sanno presentare la domanda e non leggono avvisi e manifesti. La nostra è una comunità piccola. Non è un'impresa impossibile".