Fabrizio Ciccarelli. Menzione d’onore al premio nazionale di poesia “Patrizio Graziani”

CICCARELLIQualcuno si chiede l’amore cosa sia e volendo seguire la filosofia potremmo definirla come figlia di Poros, Dio dell’espediente o per meglio dire, dell’arte di arrangiarsi e di sua madre Penìa, la povertà. Quest’ultima vedendo Poros che aveva esagerato nel bere al banchetto che diedero sull’Olimpo per festeggiare la nascita di Afrodite, pensò bene di approfittarne per migliorare la sua sorte e così nacque l’amore.

L’autore di pluripremiate poesie Fabrizio Ciccarelli si è chiesto l’amore vero cos’è, e cercando le risposte ci ha regalato un’altra sua creazione che ha meritato una menzione d’onore al premio nazionale di poesia “Patrizio Graziani” svoltosi a Gioia dei Marsi – L’Aquila patrocinato dal Comune, dalla Provincia e dalla Presidenza del Consiglio Regionale d’Abruzzo.

Fabrizio Ciccarelli dopo l’esordio con il suo libro “Torno da Turista” ( presentato a S. Arpino grazie all’Associazione Scusate il ritardo)  ha ricevuto riconoscimenti notevoli che hanno inaugurato l’inizio di una brillante carriera da scrittore. Lo stesso libro, pubblicato nel 2016, ha vinto il premio letterario “Books for Peace 2017” - sezione saggistica. Una sua poesia “Il Paradiso non Poteva Attendere” è stata premiata alla X Edizione del Concorso Nazionale di Poesia Città di San Giorgio a Cremano, ed un’altra sua poesia intitolata “Terra Mia” è entrata a far parte di un’antologia tutta dedicata al famigerato festival poetico nazionale “Il Federiciano”. La poesia ha avuto il merito di essere stata l’unica in lingua napoletana pubblicata nella collezione.

«È importante far arrivare la lingua napoletana ovunque» sostiene il poeta Fabrizio Ciccarelli e continua asserendo: «Questa lingua sta trascendendo in un dialetto che si tenta di scrivere come lo si pronuncia, senza regole di sintassi. La lingua napoletana è piena di queste regole corredate da una fonetica espressiva. Per salvare questa nostra lingua bisogna leggere molto e farlo in napoletano. Consiglio a tutti i lettori di cominciare a leggere i classici napoletani».

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