Si terrà sabato
9 giugno 2018, alle 10.00, presso la Sala Consiliare “Sandro Pertini” del comune di Frattaminore il secondo di una serie di appuntamenti convegnistici dedicati alla maschera atellana e alla declinazione e moltiplicazione delle maschere nella letteratura. Dopo il primo appuntamento dello scorso marzo, incentrato appunto sulla fortuna della maschera nella letteratura italiana, si prosegue con l’incontro
“La farsa e i suoi tipi. La maschera atellana tra teatro e letteratura”, organizzato grazie alla sinergia tra il Dipartimento di Studi Umanistici e il Master di II livello in Drammaturgia e cinematografia dell’Università di Napoli Federico II, il Dipartimento di Lettere e Beni Culturali dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli e il Centro Studi di Archeoclub di Atella. Ai saluti di Giuseppe Bencivenga (Sindaco di Frattaminore), Antonella Lettera (Assessore alla Cultura) e Antonio Tanzillo (Presidente Archeoclub di Atella), seguiranno gli interventi – moderati da Andrea Russo (Centro Studi di Archeoclub di Atella) – incentrati sulla letteratura e sul teatro dall’antichità alla contemporaneità.
Proprio sul teatro antico si soffermerà
Maria Luisa Chirico (Università della Campania Luigi Vanvitelli), puntando in particolar modo l’attenzione sulla maschera atellana (L’Atellana tra la Campania e Roma, questo il titolo dell’intervento).
«Quella dell’Atellana – dichiara la studiosa, Direttrice del Dipartimento di Lettere e Beni Culturali
– è una storia affascinante. Analizzeremo alcuni aspetti specifici di tale storia, esaminando l’interscambio fecondo tra l’Urbe e i luoghi atellani e, più in generale, campani. Ci troviamo di fronte a un teatro licenzioso, le cui maschere (Maccus, Pappus, Bucco, Dossennus) rappresentano un punto di riferimento imprescindibile per la nostra storia culturale».
Sul teatro del XVI secolo si sofferma
Pasquale Sabbatino (Università di Napoli Federico II) con una relazione dal titolo
Il volto e la maschera in Bruno. «
L’uomo – dichiara lo studioso, coordinatore del Master in Drammaturgia e cinematografia dell’Ateneo federiciano –
vive, secondo Giordano Bruno, in un mondo ormai senza ordine, a causa della radicale frattura negli uomini del nesso tra l’anima e il corpo, tra la verità e l’apparenza, tra l’essere e l’apparire, per cui il volto umano si è trasformato in maschera dell’animo ferino che è dentro ciascuno di noi. Nelle opere parigine, Canto di Circe e Candelaio, lo scrittore e filosofo Giordano Bruno avanza proposte interessanti di riforma del mondo e per la genesi di un nuovo uomo».
A chiudere la giornata, nel corso della quale sarà annunciata la costituzione dell’“Ente Premio Atella per la Cultura”, è la relazione di
Vincenzo Caputo, dedicata al teatro e al cinema novecentesco di Massimo Troisi (
La maschera che invecchia. Il Pulcinella di Massimo Troisi). «
Punteremo l’attenzione – dichiara Caputo, ricercatore della Federico II –
su uno degli innumerevoli fotogrammi, che contribuiscono a delineare la sequenza plurisecolare delle metamorfosi legate alla maschera di Pulcinella. A questa maschera tornano, negli anni Settanta del Novecento, un gruppo di giovani, che vedono in essa un’immagine topica della città, la quale va radicalmente trasformata o, in maniera più forte, violentemente deturpata. Forse è proprio in questo senso che vanno lette le parole di Massimo Troisi sui Pulcinella dell’amico artista Lello Esposito».