Introduzione della droga in carcere. Assolto l’agente Giuseppe Tucci
Napoli Il Gup del Tribunale di Napoli dott. Santoro ha emesso una sentenza di assoluzione a favore di Giuseppe Tucci, guardia penitenziaria di 47 anni accusata di corruzione
Difeso dall’avvocato Enzo Guida, per Tucci la Procura della Repubblica di Napoli aveva chiesto una condanna a sei anni di carcere.
Lo scorso marzo Tucci, all’epoca in servizio presso la Casa Circondariale di Secondigliano, venne raggiunto da una ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliare nell'ambito di un'indagine della Dda di Napoli
Era stata scoperto un giro di spaccio di droga realizzato all'interno del carcere di Secondigliano da numerosi detenuti con la complicità di agenti penitenziari, che si sarebbero fatti corrompere per consentire l'introduzione della droga dietro le sbarre. Ventisei in totale le persone arrestate, di cui 22 detenuti e quattro agenti, tra cui appunto Tucci, finito ai domiciliari sulla base delle dichiarazioni di due collaboratori di giustizia
Tucci, nel corso dell'interrogatorio di garanzia reso al Gip dopo l'arresto, ebbe a respingere ogni addebito, spiegando al magistrato che il suo ruolo all'interno del carcere è sempre stato quello di «attenzionare e segnalare le anomalie».
L'agente ebbe a riferito delle numerose relazioni di servizio da lui redatte e «tese a reprimere comportamenti illegali che avvenivano nell'istituto di pena».
Il Tribunale del Riesame di Napoli, dopo poco, ebbe ad annullare la misura degli arresti domiciliari, rimettendolo in libertà.
La stessa Amministrazione Penitenziaria lo aveva reintegrato al lavoro dopo la sospensione.
Nonostante la scarcerazione, la Procura ebbe a chiedere per Tucci il rinvio a giudizio.
Nel corso del processo la difesa è riuscita a produrre le relazioni di servizio finalizzate a reprimere comportamenti illegali nonché i sequestri droga effettuati, e persino una copia di una lettera, che i detenuti avevano inviato alla direzione del carcere per chiedere l'allontanamento del Tucci dal Reparto, definito una sorta di «Hitler».
“In realtà, già il Tribunale del Riesame, accogliendo i rilievi difensivi – sottolinea l’avvocato Guida – aveva colto le incongruenze e le inesattezze delle dichiarazioni dei collaboratori, che non hanno mai fatto riferimento a Tucci in maniera diretta. Addirittura, un dichiarante escludeva che potesse aver commesso fatti illeciti, anzi lo giudicava un soggetto ligio al dovere. Nonostante prove “confuse”, già ritenute non valide dal Tribunale del Riesame, Tucci, giudicato col rito abbreviato, ha dovuto subire, dapprima una misura cautelare, la sospensione dal lavoro ed un processo. Con l’assoluzione viene restituito l’onore ad un onesto lavoratore, così come gli atti di indagine stesso avevano dimostrato.
Nello stesso processo nell’ambito del quale Tucci era imputato, addirittura, sono confluiti i sequestri di droga da lui operati”.