Orta di Atella. Francesco Piccirillo “La serenità della mia famiglia è turbata da minacce nemmeno tanto velate”.
Lo dice la legge. Lo dicono le sentenze! Il mio casellario giudiziale è immacolato. In uno stato di diritto, anche un professionista dell'anticamorra dovrebbe saperlo e dovrebbe rispettare tale principio. Ripeto: avrei tranquillamente evitato di risponderti anche stavolta. In questo ultimo delirante attacco, però, ho notato l'ennesimo passaggio meschino, una minaccia, neppure tanto velata, che ha turbato non poco la serenità della mia famiglia. Preoccupazioni giustificate anche e soprattutto dalle tue recenti frequentazioni con parenti stretti di chi è stato condannato per reati di camorra e che non mi risulta si siano dissociati da quel brodo di cultura in cui ti stai muovendo. Qualora fossi, infatti, venuto a conoscenza di persone che avrebbero intenzione eliminarmi fisicamente, a meno che non rappresenti l'emissario con cui farmi arrivare la minaccia, dovresti recarti dalle autorità preposte e denunciare. Riderci sopra con dei sodali di turno, magari consumando un prosecco gentilmente offerto, è ignobile. Avrò pure i miei problemi, come dici tu (ripetendolo con mania ossessiva), ma nel tuo ambiente si dice che non hai fatto carriera, perché scrivi come parli e sfoghi le tue frustrazioni attaccando quelli che ti hanno lasciato indietro. Ne è prova evidente il fatto di esserti nuovamente messo a servizio di certe persone. Un'ultima considerazione e chiudo: è ovvio che sei entrato nel dibattito politico. È evidente a tutti. Lo hai fatto, però, non criticando le scelte della nuova amministrazione, ma solo ed esclusivamente imponendole e, cosa ancor più deprecabile, condizionando chi ha paura di essere il tuo prossimo bersaglio. A proposito: tu e i tuoi compagni di merende rappresentate una montagna di merda!"