Sant'Arpino. Riceviamo e pubblichiamo dal Movimento Politico "Alleanza Democratica per Sant'Arpino".
Ancora una volta Dell’Aversana ci ha obbligato ad assistere ad una farsa, messa in scena con l’intento precipuo di prendere in giro i cittadini, ed, in particolare, coloro che l’hanno votato, ansiosi di abbeverarsi al fiume di “sciocchezze”, che stuoli di accoliti, più o meno “interessati”, divulgano su facebook e su siti web.
La farsa questa volta è quella relativa alla riduzione della TARI 2018 che, così come affermato enfaticamente dall’assessore all’ambiente e confermato dallo stesso sindaco, è del 10% (???) e che tale risultato è da attribuirsi esclusivamente all’efficacia ed all’efficienza della raccolta differenziata, organizzata e gestita dalla Tizzano (???).
Ebbene, dall’analisi dei dati, emerge invece, con rigore scientifico, che la riduzione si attesta su uno striminzito 5,97%, a cui, per giunta, non ha minimamente contributo la raccolta differenziata, il cui costo, anzi, rispetto al 2017 si è incrementato di circa € 80.000,00, passando da € 211.738,00 del 2017 ad € 291.224,85 del 2018.
Ma vogliamo lasciare ai cittadini la valutazione autonoma della questione, attraverso la lettura della seguente tabella:
Oltre a quanto detto sopra, in merito alla percentuale di riduzione, ciascuno può facilmente constatare che la contrazione del costo finale è stata ottenuto grazie ad una ridotta imputazione dei costi generali, i cui valori “tondi” fanno pensare NON ad un calcolo preciso e documentato, quanto piuttosto a predefinire il risultato, tale da poterlo poi presentare come un successo della gestione: non si capisce, infatti, come mai costi quali crediti di dubbia esigibilità o bonifica siti o bonus/premialità, previsti nel 2017, debbano poi “magicamente” contrarsi nel 2018.
Altra forte incongruenza, non ben approfondita, è l’enorme differenza tra il risultato ottenuto utilizzando i costi standard, pari ad un fabbisogno di ben € 2.580.000,00, ed il Piano Finanziario 2018 che calcola, invece, un fabbisogno di soli € 1.864.028,61, che ha del “miracoloso”.
Per quanto attiene, poi, allo sviluppo delle tariffe, mentre la riduzione per le “utenze non domestiche” sarà di circa il 6%, confermando il risultato matematico (6,09%), per le “utenze domestiche”, invece, sarà, stranamente, del 10%, che non si spiega affatto con il risultato matematico del 5,91%.
L’unica spiegazione plausibile potrebbe essere quello di aver spalmato il costo su di un numero di utenze domestiche maggiore rispetto al 2017. Infatti, mentre per l’anno scorso si è considerato una popolazione residente pari a 14.307, come risulta dalle statistiche, per il 2018, invece, i residenti passano a 14.580 (+2% circa). Ma se questo è vero, a fronte di un incremento della popolazione residente, si sarebbero dovuto incrementare i costi di gestione e non ridurli !!!
E’ evidente, in conclusione, la scarsa trasparenza con cui si è proceduto a definire un tributo, che vede il cittadino in balia di amministratori sprovveduti, che pur di apparire per ciò che non sono, ricorrono al “mezzuccio” di manomettere i dati e “giocare” sui numeri.
Alla luce di tutto questo, appare quanto meno pretestuoso pretendere dalle consiglieri di Alleanza Democratica la partecipazione al voto, il cui rifiuto non solo è legittimo ed incontestabile, ma, in una situazione di scarsa chiarezza e trasparenza, costituisce una forma di protesta forte ed incisiva, contro quella che appare una emerita … “presa in giro” dei cittadini.
Ed è bene che sappiano quelli che ipocritamente gridano allo scandalo, che mai e poi mai ci faremo coinvolgere in questa gestione approssimata e lacunosa, fatta da opportunisti interessati soltanto alla conservazione della poltrona, ma che i cittadini hanno incominciato a conoscere ed a comprendere, non nascondendo la loro grande delusione.