Sant’Arpino, affidamento Acquedotti. Per l’Anac le adesioni di tutti i Comuni sono illegittime. Il gruppo “Insieme” agli amministratori:”Cospargetevi il capo di ceneri e azzerate subito tutto”
SANT'ARPINO. È arrivata da poco la delibera con cui l'Anac ha espresso parere negativo sull'adesione dei Comuni ad Acquedotti Scpa. Per l'Ente Nazionale Anticorruzione la procedura non è in linea con la normativa nazionale e comunitaria. Sulla questione sono intervenuti i membri del gruppo di opposizione "Insieme".
"Grazie all’esposto presentato dall’arch. Nicola Romano il 2 giugno 2021, inerente alla questione dell'affidamento del servizio idrico integrato alla società Acquedotti s.c.p.a, - hanno fatto saper dal gruppo politico di minoranza - si è scoperto il vaso di pandora che in molti hanno tentato di tenere nascosto per molto tempo.
Con delibera n. 258 del 13 giugno 2023, l’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione), ha bocciato categoricamente il procedimento adottato per l’affidamento alla suddetta socità, affermando testualmente che “L’affidamento diretto all’Acquedotti S.c.p.a. da parte del comune di Sant’Arpino non risulta in linea con la normativa nazionale e comunitaria e si pone, pertanto, in contrasto con i principi di libera concorrenza e di parità di trattamento tra gli operatori economici”, intimando all’ente di comunicare “entro 45 giorni le eventuali determinazioni che intende assumere al riguardo” e concludendo che “si rimette, sulla base delle criticità emerse, la valutazione delle più opportune azioni a tutela dell’interesse pubblico al fine di ripristinare la gestione del servizio secondo canoni coerenti con il vigente quadro normativo”.
In parole povere, per l’ANAC l’affidamento da parte dell’amministrazione Dell’Aversana, è ILLEGITTIMO, motivando la cosa in maniera dettagliato nella delibera.
Ma l’operato dell’ANAC non si è limitato solo all’affidamento di Sant’Arpino, ma ha accesso le luci sull’intero affidamento ad Acquedotti s.c.p.a., dal lontano 2001.
Infatti, con Delibera n. 530 del 15 novembre 2023 ha esposto che “gli affidamenti del S.I.I. disposti in favore della società mista preesistente Acquedotti s.c.p.a., ab origine dal Comune di Orta di Atella/Condente originario e, successivamente, dai comuni aderenti di Acerra, Casandrino, Melito di Napoli, Grumo Nevano, Qualiano, Alvignano e Castel Morrone, non risultano in linea con la normativa nazionale e comunitaria e ai principi di elaborazione giurisprudenziale in materia e si pongono, pertanto, in contrasto con i principi di libera concorrenza e di parità di trattamento tra gli operatori economici. Si rimette, pertanto, alle stazioni appaltanti, sulla base delle criticità emerse, la valutazione di eventuali azioni a tutela dell’interesse pubblico ripristinare la gestione del servizio secondo canoni coerenti con la normativa di settore, informandone l’autorità entro il termine di 45 giorni dalla comunicazione della presente delibera, che sarà pubblicata sul sito istituzionale dell’autorità, ai sensi dell’art. 22, co. 1 del predetto regolamento”.
Tanto tuonò che piovvè, ci verrebbe da dire.
Egregi amministratori, è arrivato il momento di cospargervi il capo di ceneri e prendere atto del fallimento della vostra decisione e del vostro operato politico e amministrativo.
Avete condannato un paese ad un ergastolo tributario: 30 anni!!!
L’unica cosa che vi resta da fare, è seguire le indicazioni dell’ANAC, un organo al di sopra delle parti, ed azzerare tutto. Ma bisogna farlo subito.
Voi che vi siete sempre fregiati di essere l’amministrazione della legalità e della moralità, cosa state aspettando a seguire queste indicazioni? Cosa vi preoccupa?
VERGOGNATEVI!"