Sant’Arpino, cimitero chiuso. La protesta di un cittadino:”Questa pandemia ha generato e diffuso il virus dell’ipocrisia e del protagonismo”
SANT'ARPINO. Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un cittadino santarpinese che queste mattina non si è potuto recare al cimitero per far visita ai suoi cari. La struttura di via D'Anna è stata chiusa a causa dell'emergenza covid.
"Sono un cittadino di S.Arpino di 84 anni e avverto l'esigenza di denunciare pubblicamente l'inspiegabile prolungata chiusura del cimitero comunale, - ha fatto sapere Vito Compagnone - storicamente luogo di culto ma anche di cultura. Mi riferisco a quella cultura capace di esaltare i valori della memoria, dell'identità e dell'umana pietà. Parlo di valori di cui i novelli pilastri della politica italiana (da Roma a Canicattì) si riempiono sempre più spesso la bocca. mostrandosi tuttavia nei fatti indegni rappresentanti. Nella mia vita ho vissuto il buio della seconda guerra mondiale e la luce del boom economico. Ho conosciuto la "fame" (quella vera) ed ho goduto dei piaceri del benessere. Ho anche avuto l'onore di rappresentare ai massimi vertici le istituzioni locali confrontandomi con "uomini" dello spessore di Vincenzo Legnante, Salvatore Brancaccio, Ninetto Spanò, solo per citarne alcuni. E oggi mi ritrovo nel pieno di una pandemia che ha generato e diffuso in più parti della terra il virus dell'ipocrisia e del protagonismo. Un virus che sembra colpire i neuroni più di quanto non faccia con i polmoni. Ed allora per salvare il mondo alcune amministrazioni hanno pensato bene di chiudere i cimiteri sottraendo a quei pochi (e sottolineo pochi) il diritto di ritrovarsi idealmente ed emotivamente vicino ai propri defunti. Ho perso mia madre che ero poco più che ventenne e da poco anche mia moglie. Frequento assiduamente il cimitero da 60 anni e, fatta eccezione per i giorni 1 e 2 novembre, in tutti questi anni non mi è mai capitato di vedere in questo luogo più di 20 persone contemporaneamente sparse su una superficie di decine di migliaia di metri quadrati. Parliamo in assoluto del luogo più sicuro oltre le nostre stesse case, tant'è che tra i chiarimenti resi in questi mesi di lockdown dal Governo si può facilmente trovare anche la facoltà di andare a fare visita ai propri cari al cimitero. Ma nella confusione generale e nazionale di "dilettanti allo sbaraglio" troviamo decine di cimiteri aperti e troviamo anche quello di S.Arpino rigorosamente chiuso! Eppure in queste settimane sarebbe bastato andare in giro per le strade e le piazze d'Italia (e ovviamente anche di S.Arpino) per scorgere la presenza di decine di persone assembrate in poco meno di 50 mq. Spesso sotto il naso delle istituzioni, per lo più indifferenti. E niente. La vuota retorica si è impossessata come un demone delle menti pensanti del terzo millennio e vuole che i cimiteri siano chiusi nella convinzione in tal modo di poter salvare il mondo. Spero vivamente che qualcuno possa salvare le menti di questi "soloni" e riempirle al più presto di contenuti. Buon Natale!"