Sant'Arpino A Sant’Arpino domenica prossima si terrà la presentazione del libro “
Terra di lavoro. Ripartire con la cultura” (Edizioni
Melagrana, pp. 304, € 12,00), curato da
Pasquale Iorio, che raccoglie ben quaranta saggi e contributi di diversi importanti autori.
L’iniziativa promossa dalla
Pro Loco di Sant’Arpino, con patrocinio dell’Amministrazione Comunale e la collaborazione della rete “
Piazze del Sapere”, si svolgerà nel suggestivo scenario del seicentesco Palazzo Ducale “
Sanchez de Luna”, e prevede un programma ampio e interessante.
La mattinata, che sarà moderata dal giornalista
Elpidio Iorio, sarà aperta dai saluti del sindaco
Giuseppe Dell’Aversana, del presidente della Pro Loco
Aldo Pezzella e del presidente del Consiglio Comunale con delega alla Cultura
Ivana Tinto, sarà introdotta dal docente universitario e giornalista
Lorenzo Fiorito. In scaletta, diverse le testimonianze dei rappresentanti dell’associazionismo culturale atellano, tra cui si citano quelle di:
Franco Montanaro - Presidente
Istituto di Studi Atellani,
Antonio Tanzillo - Presidente
Archeoclub “Atella”,
Gianluca Angelino - Presidente
Pro Loco Cesa,
Alfonso Tinto - Presidente
Pro Loco Succivo,
Pasquale Ragozzino - Vice Presidente
Pro Loco Orta di Atella,
Raffaele Copertino - Presidente Ass.ne “
Scusate il ritardo”,
Francesco Paolo Barbato - Presidente Ass.ne
Arcadia - Gricignano di Aversa. Le conclusioni saranno affidate a Pasquale Iorio, curatore del libro strutturato in quattro nuclei tematici: a) I luoghi del sapere; b) I luoghi della memoria; c) Beni comuni e beni culturali; d) Sviluppo locale, ambiente, paesaggio e territorio. In fondo una robusta appendice sui siti storici (Patrimonio dell’Unesco), con una ricca bibliografia su Terra di Lavoro ed una scheda informativa sul polo museale diffuso. Coloro che hanno scritto i vari testi sono espressioni di differenti contesti e di consolidate competenze: “
Da quelle del mondo del sapere e dell’università – spiega il curatore –
a quelle delle forze sociali e produttive; dagli operatori culturali a vari livelli a quelli del terzo settore e del volontariato. Si può dire che nel volume si sono espresse le forze e le risorse migliori, più vitali e creative del nostro territorio”. Si sono insomma attivate – come annuncia Iorio – le penne di molti impegnati a far “
emergere un Sud che non solo vuole resistere, ma che intende riscattarsi “Per ripartire con la cultura” (come sottolinea il titolo). Si tratta di un’opera collettiva, che raccoglie racconti e testimonianze di buone pratiche in una terra che ancora oggi viene letta come il regno di Gomorra, o peggio come un inferno dei fuochi e dei veleni. Di fronte a questi luoghi comuni, negli ultimi anni sono scesi in campo tanti protagonisti del mondo del sapere e del terzo settore con incontri, iniziative ed eventi di varia natura – a partire dalla rete delle Piazze del Sapere – che nelle varie realtà hanno animato tanti luoghi di produzione e spazi di diffusione della conoscenza e della cultura, come fattore di coesione sociale e di apprendimento permanente”.
Tutto ciò da ripassare in rassegna con una chiave interpretativa che Pasquale Iorio lega strettamente a cause pregresse spiegate così: “
Molto spesso le associazioni hanno coperto un vuoto lasciato dalla politica e dalle istituzioni locali, che prestano poca cura ed attenzione ai beni comuni e culturali, storici, artistici – al vero patrimonio di Terra di Lavoro (per usare un’espressione cara a Giuliano Volpe). Sono tanti i casi di tesori in stato di degrado o di abbandono, di monumenti, musei, biblioteche di grande prestigio, che vengono salvati e resi fruibili grazie all’opera di cittadinanza democratica, di gestione partecipata e condivisa (sussidiarietà), di partecipazione consapevole”.
In realtà il volume non nasce come un fungo e se ne svelano le radici facendo luce sul recente passato: “
Grazie all’iniziativa di una rete di associazioni e consorzi di imprese sociali è stato organizzato per la prima volta nel mese di aprile 2016 un Forum sul tema “Ripartire con la cultura in Terra d Lavoro”. Ci siamo posti un obiettivo ambizioso: avviare un percorso per la realizzazione di un “distretto culturale evoluto”, sul modello di altre realtà e buone pratiche europee e mondiali. Di fronte ai processi di crisi ed incalzati dalle sfide della globalizzazione, il sapere e la conoscenza diventano sempre più fattori di sviluppo locale (ecosostenibile) e di innovazione produttiva, sociale e civile. A tal fine l’obiettivo primario del Forum è stato quello di far emergere le potenzialità e le opportunità che possono essere estratte dal ricco patrimonio storico, artistico e di beni culturali diffuso sul nostro territorio. Nel Forum è stata data voce e visibilità alle narrazioni dei luoghi e delle piazze del sapere (librerie – biblioteche civiche – caffè letterari…) che si vanno diffondendo, con un nuovo protagonismo dei cittadini e delle associazioni per diffondere e promuovere la cultura come fattore di coesione sociale e di apprendimento permanente, di cittadinanza democratica e partecipazione consapevole”.