Sant’Arpino. Elezioni. Andrea Guida “Giovani energie ed esperienze mature per dare una svolta al nostro paese”
Sant'Arpino Andrea Guida 43 anni, ingegnere e già presidente del civico consesso durante la seconda consiliatura Di Santo illustra le ragioni della propria candidatura a sostegno di Iolanda Boerio.
“Per la mia attività, il territorio e l’urbanistica costituiscono un naturale e costante punto di riferimento. Quindi è normale che la gestione delle politiche territoriali, sia da me seguita con attenzione e preoccupazione. Per le scelte, che incidono sulla qualità della nostra vita e sul futuro delle prossime generazioni”. Il Puc, ultimamente al centro di polemiche è una di queste preoccupazioni? “Il Puc, acronimo che sta per ‘Piano urbanistico comunale’, a volte diventa oggetto di tensioni e polemiche che si potrebbero risolvere dentro il quadro di una ragionevole valutazione partendo dalla conoscenza di ciò che si ha e dalla consapevolezza di ciò che si sta facendo.” Cioè?“Si tratta di organizzare e rendere fruibile il territorio in funzione delle esigenze e dei bisogni di chi su quel territorio vive. Sant’Arpino ha un territorio relativamente piccolo di 3,2 km quadrati, circa 14.700 abitanti ed è quasi completamente urbanizzato. Ciò significa una presenza antropica molto consistente, il che comporta una forte densità abitativa per chilometro quadrato. Il che ci vede tra i Comuni classificati come densamente popolati, che ha come ulteriore conseguenza l’esigenza di una corretta distribuzione dei pesi urbanistici in termini di servizi come infrastrutture stradali, scuole spazi verdi e altre attrezzature. Si tratta di trovare una sintesi tra l’eccesso di urbanizzazione spinta e il residuo suolo inedificato che è prossimo allo zero. Bisogna mettere in campo un razionale progetto territoriale che faccia sintesi tra interessi contrapposti, spesso solo apparentemente e cercando di giungere all’approvazione finale del piano nel più breve tempo possibile, se non altro perché è un obbligo di legge. Il Piano urbanistico comunale ha come principale esigenza quella di regolamentare la gestione delle attività di trasformazione urbana e territoriale del Comune di pertinenza. Nel nostro caso mettere ordine nei processi e nelle iniziative che appunto riguardano la trasformazione del nostro territorio, tenendo conto di regole, norme e vincoli che la pianificazione urbanistica disciplina. E sta qui il limite, se si vuole, che a volte alimenta la conflittualità: una legislazione non sempre chiara che frena, e non poco, le attività di riqualificazione urbana e perfino di iniziative imprenditoriali. I cittadini e gli operatori del settore hanno bisogno di norme chiare per poter operare e da qui la necessità di fare il prima possibile”.
Il lavoro e i giovani, un tema poco presente nel dibattito elettorale.“Il lavoro ai giovani e non solo. Lei solleva una questione sulla quale, purtroppo, gli enti territoriali e, in particolare, i Comuni non hanno competenza, se non per aspetti residuali che riguardano l’assistenza per le fasce deboli e tra queste rientrano anche i “senza lavoro” e i senza reddito. Su questo terreno gli Enti locali fanno tutto il possibile, tenuto conto anche della scarsità delle risorse finanziarie. E il tema del lavoro richiama e con forza la sicurezza sui luoghi di lavoro. Troppi morti e alle loro famiglie il mio cordoglio personale e quello della coalizione “Progetto per Sant’Arpino. Tornando al tema, dobbiamo, però, anche dirci – e anche qui in qualche misura c’entra la pianificazione territoriale – che S.Arpino è ormai un paese-dormitorio. Manca del tutto un’area di sviluppo imprenditoriale sia pure per piccole e medie imprese. E’ stata fatta una scelta di sviluppo territoriale in modo preponderante per l’edilizia ad uso abitativo. Non si è pensato, neanche in forma associativa come hanno fatto i Comuni di Grumo e Frattamaggiore, a individuare e sviluppare un’area attrezzata come incubatore di attività imprenditoriale. Chi oggi vuole installare un’azienda nel nostro Comune ha grosse difficoltà e quasi sicuramente sarebbe costretto ad emigrare in altre zone come l’area di sviluppo Carinaro-Teverola. Inoltre le poche aziende che operano sul territorio lo fanno con grandi difficoltà vista l’aderenza con il centro abitato. Al punto in cui siamo difficilmente avremo la possibilità di intervenite sulla pianificazione territoriale per creare le precondizioni di sviluppo e, quindi, attrarre investimenti”.
Cosa fare? “Penso che la soluzione migliore e più coerente sarebbe quella di investire sulla riqualificazione urbanistica delle periferie e del centro storico con insediamenti di attività artigianale. Ciò richiede un’attenta lettura dei dati del censimento del commercio e dell’industria, per avere un’anagrafe delle attività da cui partire e sulla base della quale immaginare un piano che integri riqualificazione urbana, piccolo artigianato e recupero di vecchi mestieri”. Si può trovare un modo per disintossicare e svelenire l’ambiente ed evitare di confondere vita privata e vita pubblica? “Per quanto mi riguarda ho sempre evitato di mischiare pubblico e privato, avendo, però, la consapevolezza, e sempre rispettando la dignità dell’interlocutore, che in alcuni momenti il personale diventa pubblico. E non c’è neanche bisogno di chiarire quando è che accade. Se gli interessi della comunità confliggono con quelli dell’amministratore, sul piano della vita privata e professionale, è naturale e normale che il privato diventi pubblico. Allo stesso modo di quando si incappa, purtroppo, in questioni giudiziarie. Quello che succede non appartiene più solo alla sfera privata, ma diventa pubblico. E tutti siamo chiamati a renderne pubblicamente conto, senza vittimismo. Per disintossicare e svelenire i rapporti politici, basterebbe risolvere i conflitti politici mediante la politica, senza il ricorso esasperato alla querela all’autorità giudiziaria, che diventa quasi una delega alla magistratura a risolvere i rapporti politici”. Un buon motivo per votare la coalizione di “Progetto per Sant’Arpino?".“E’ semplice e concreto nello stesso tempo. Dal 1994 S. Arpino è stato amministrato dai cosiddetti “uomini forti”, quelli capaci di decidere da soli: Dell’Aversana, Savoia, Di Santo, ancora Dell’Aversana. Non c’è mai stata una vera alternativa, solo alternanza all’interno di un’identica visione della gestione del potere, che ha fatto fare al Paese il percorso del gambero. Adesso i cittadini di S. Arpino hanno la possibilità di scegliere una vera alternativa, dando il proprio consenso a una squadra di giovani energie e di mature esperienze, guidata da una donna coraggiosa, determinata, forte che intende amministrare insieme alla sua squadra dando spazio all’ascolto, alla decisione, all’azione. Un'ultima considerazione . In questa campagna elettorale c’è stata una ripetuta enfatizzazione dei tecnici competenti. Io credo che ci sia bisogno di più politici competenti, che abbiano visione, sappiano leggere i processi e sanno andare e guardare oltre le votazioni. Infatti, l’esperienza della passata amministrazione insegna che quando il tecnicismo prende il sopravvento la gestione dell’ente equivale quasi ad un commissariamento dello stesso. Invece i politici devono avere visione e devono fare ricorso ai tecnici, che tra l’altro possono essere anche consulenti esterni, per raggiungere gli obiettivi programmati. Ecco, Iolanda Boerio è un’insegnante di scuola primaria, impegnata in politica, con conoscenza dei meccanismi che presiedono alla gestione della cosa pubblica, che ha passione e competenza politica per poter coinvolgere in questo progetto di alternativa i cittadini, uomini e donne, di questo Paese e soprattutto i giovani, vera risorsa su cui investire per il futuro di S. Arpino”.