Sant’Arpino. Nasce “Via Sacerdoti Fratelli Boerio”
Sant'Arpino Una strada di Sant’Arpino sarà intitolata ai “Sacerdoti Fratelli Boerio”, ossia i congiunti Raffaele, Antimo e Nicola, che hanno vissuto dando esempio di onestà e coraggio predicando il cristianesimo con umiltà nel rispetto del Vangelo tanto da lasciare in ogni posto ove hanno operato una scia luminosa di intensa religiosità e cultura. La decisione è stata ufficializzata dal sindaco della cittadina atellana, Giuseppe Dell’Aversana, appena dopo che la Giunta Comunale ha approvato la relativa delibera (la numero 102 del 20/10/20).
“E’ indubbio – dichiara Dell’Aversana - che fra le personalità locali che hanno dato lustro al nostro paese spiccano i tre sacerdoti Boerio, a cui mai finora è stata intitolata una strada pur avendo loro dato un fulgido esempio di virtù morali e lasciato un ricordo indelebile nel tessuto sociale e culturale santarpinese. I tre religiosi hanno operato in contesti di rilievo, in Italia e all’estero, ed hanno avuto un ruolo importante per il progresso della pace e l'avanzamento della concordia fra i popoli. Dunque, con l’iniziativa dell’intestazione della strada alla loro memoria, s’intende colmare un debito di riconoscenza nei confronti dei nostri conterranei. Ma anche valorizzare le gesta di questi valorosi religiosi affinché, in tempi difficili come quelli moderni, il loro esempio possa illuminare ciascuno di noi nel quotidiano assolvimento delle proprie funzioni private e pubbliche”.
La via interessata dal provvedimento è quella che congiunge le vie Gemito e Viviani, un tratto di strada (lungo 65 mt e largo 10,20 mt) censito nello stradario comunale “senza nome”, nonostante vi siano diverse abitazioni, con la pubblica illuminazione e traffico veicolare. Una situazione che ha creato sinora non pochi disagi ai residenti di qui la decisione dell’amministrazione di intervenire per eliminare il disservizio e, nel contempo, onorare e perpetuare la memoria ai posteri dei tre fratelli sacerdoti come esempio positivo da imitare per il bene della collettività. Ma vediamo in sintesi chi erano i fratelli Boerio. Raffaele Boerio, nacque nel 1907 e nel 1917 entrò a far parte del Seminario di Aversa. Nel 1932 fu ordinato sacerdote. Dopo aver ricoperto varie cariche all’interno del Seminario di Aversa, nel 1939 monsignor Antonio Teutonico, vescovo di Aversa, gli affidò la parrocchia di san Marcellino, nell’omonimo paese. Portò entusiasmo nelle associazioni cattoliche, restaurò la chiesa, acquistò una casa canonica, rinvigorì la fede nei suoi parrocchiani. Morì nel 1943 a soli 36 anni. Antimo, nacque nel 1911 e a soli 12 anni entrò nel seminario del PIME di Ducenta. Fu ordinato sacerdote nel 1934 a Milano dal cardinale Schuster. Poco dopo partì per la Cina dove si impegnò per la diffusione della religione cristiana, predicando in tante città cinesi. Dopo lo scoppio della guerra cino-giapponese, venne rinchiuso per tre anni in un campo di concentramento. Nel 1948, fu costretto a lasciare il paese a seguito dell’avvento dei comunisti al potere. Si trasferì a Hong Kong, e qui si dedicò alla scrittura di testi religiosi. Nel 1952, il PIME decise di inviarlo missionario negli Stati Uniti. Fu prima impiegato a Detroit nell’ufficio stampa e propaganda con il compito di tenere i contatti con i missionari sparsi nel mondo, poi divenne parroco in una parrocchia dell’Ohio. Nel 1957 tornò in Italia, ricoprendo diversi incarichi amministrativi per il PIME. Si spense nel 1998. Nicola Boerio nacque nel 1914, nel 1927 entrò nel convento dei Missionari dei Sacri Cuori di Secondigliano e vi studiò per sette anni. Si trasferì poi a Roma per frequentare la facoltà di Teologia all’Università Pontificia di Propaganda Fide. Nel 1937 fu ordinato sacerdote. Ritornò a Secondigliano dedicandosi all’educazione dei fanciulli dell’oratorio della Congregazione dei Missionari dei Sacri Cuori. Quattro anni dopo venne nominato rettore, realizzando importanti opere per l’istituto e per i ragazzi che volevano studiare. Nel 1969, venne eletto Superiore Generale della Congregazione. Morì nel 1980 compianto da tutto l’istituto per l’immenso lavoro svolto. Riposa nella cappella di famiglia insieme ai due fratelli Raffaele e Antimo.