Sant’Arpino, querelle “Cammisa”. Insieme:”quello che sta accadendo tra le fila della maggioranza consiliare è lo specchio di un fallimento preannunciato”
SANT'ARPINO. Sono entrati a gamba tesa sulla questione che sta interessando in questi giorni il consigliere Mimmo Cammisa, i membri del sodalizio politico di opposizione "Insieme".
"Quanto sta accandendo tra le fila della maggioranza consiliare è lo specchio di un fallimento preannunciato. - hanno fatto sapere dal sodalizio di minoranza - Prima l’approvazione del PUC familiare, che ha fatto lievitare il valore economico dei terreni dei parenti. Poi l’ennesimo affidamento senza gara dato alla società di riscossione tributaria SOGERT SpA. E ancora la richiesta dell’ANAC di invalidare l’affidamento (anch’esso senza gara) ad ACQUEDOTTI ScpA, fino ad arrivare all’epurazione, in stile stalinista, del consigliere Mimmo Cammisa dai banchi della maggioranza, il quale ha avuto come unica colpa l’essere stato coerente nel chiedere di rispettare quanto scritto nel programma elettorale di Risorgimento Atellano.
Ma l’apice di tutto questo fallimento, ha un nome e un cognome: LOREDANA DI MONTE.
È Assessore con delega alle politiche sociali ma, non si sa a che titolo e con quali capacità gestionali e professionali, sta gestendo a tutti gli effetti la delega alla legge 328/2000 (una delega che sulla carta ha tenuto per sé il sindaco Di Mattia).
Perché a Sant’Arpino così funziona: viene fatta gestire una delega così importante a chi non ha nè titolarità nè capacità, facendola partecipare anche ai tavoli di discussione e decisionali dell’AMBITO C6, mentre viene messo alla porta chi si permette di dissentire, e vengono date deleghe al “tozza bancone”, “all’acqua fresca” e agli “unicorni rosa” ai neo consiglieri.
Loredana Di Monte ormai è diventata praticamente una factotum degli uffici e ha dimenticato la differenza tra l’essere un politico eletto e l’essere un funzionario comunale. Un politico non può svolgere funzioni di un dipendente o funzionario comunale, perché non può avere accesso ai dati sensibili delle persone.
Dimentica che il suo ruolo si deve limitare a dare indirizzi politici e non può entrare a gamba tesa nella gestione della macchina amministrativa!
Ormai è diventata una Barbara D’Urso in salsa santarpinese alla quale manca solo la delega alla cronaca rosa.
Siamo di fronte ad una gestione tanto fallimentare della delega alla legge 328/2000, che il nostro Ente è l’unico tra i comuni che ci circondano e non solo, a non avere la figura dell’assistente sociale.
In uno dei periodi più problematici causa crisi economica e lavorativa degli ultimi anni, non è possibile che un Comune sia sprovvisto di questa figura fondamentale.
E per tamponare questa mancanza, non basta lo sforzo immane di un funzionario comunale che si è fatto carico di trovare risposte e aiuto per i cittadini, andando oltre le sue mansioni, diventando uno e trino ai limiti della santificazione.
Tutto ciò è inammissibile!
L’ amministrazione dell’evanescente sindaco Di Mattia ha il dovere morale di dimettersi, ma prima ancora dovrebbe pretendere le dimissioni della politicamente fallimentare Di Monte".