Sant’Arpino, rimangono chiusi in un ripostiglio della villa comunale. Liberati grazie all’intervento del vice sindaco Belardo e dei carabinieri

SANT’ARPINO. Sono stati liberati dopo l’intervento dei carabinieri e del vice sindaco Speranza Belardo, i tre ragazzi rimasti chiusi in un ripostiglio della villa comunale “Domenico Cirillo” di via Ferdinando Di Carlo.

Il fatto è avvenuto nel tardo pomeriggio di domenica. I giovani, tutti minorenni, si erano intrufolati in un’area non accessibile (separata dal resto della villa comunale con uno steccato): hanno forzato una parte della recinzione e sono entrati in un ripostiglio. Qualcuno dall’esterno li ha chiusi dentro. Dopo aver lanciato l’allarme sul posto si è presentata la Belardo, numero due di Palazzo Ducale, insieme ai carabinieri che hanno provveduto a contattare i genitori che li hanno riportati a casa e che si sarebbero lamentati in quanto la villa comunale secondo loro dovrebbe essere sorvegliata costantemente.

La villa comunale è di tutti. - hanno fatto sapere da Palazzo Ducale - Non è degli amministratori, non è delle associazioni. È di tutti e tutti ne devono avere cura. Siamo riusciti ad aprirla in piena estate ma abbiamo bisogno della collaborazione dei cittadini che devono trattarla come fosse casa loro. Quella di domenica è stata una “ragazzata” evitabile nel caso in cui fossero state rispettate le regole. I due cartelli che posizioniamo ove è riportata la scritta “Vietato l’accesso” vengono sistematicamente rubati”. Sull’atteggiamento dei genitori dei ragazzi qualche residente della zona è intervenuto evidenziando che al giorno d’oggi non esistono più le regole di una volta. “Se fosse successa la stessa cosa vent’anni fa - ha fatto sapere un cittadino - mio padre si sarebbe scusato con le forze dell’ordine e mi avrebbe fatto ricordare l’episodio per diversi giorni. Oggi è tutto diverso: i ragazzi si sentono protetti sempre dai genitori che tendono a non colpevolizzare i figli a causa dei dettami di una società che corre veloce e sovente trascura i rapporti sociali, reali, tra genitori e figli”.

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