Sant’Arpino. Un paese Due Santi. Caso più unico che raro in Italia.
Sant'Arpino. Stasera l’inizio della festa patronale, sarà diverso dal solito, vista l’impossibilità di poter usufruire del palazzo Magliola in via Compagnone i parroci don Michele Manfuso, e don Mario Puca d’intesa con la commissione festa patronale, hanno concordato che la processione solenne del giovedì con il busto bronzeo di Sant’Elpidio partirà dall’antichissimo Romitorio di San Canione, per giungere in piazza dove il busto sarà posto alla venerazione dei fedeli su un sontuoso trono nella chiesa madre. Per l’occasione, insieme al programma della festa verrà distribuito un opuscolo che, oltre a contenere le preghiere dei fedeli ed il rito della benedizione con esposizione dei santi, riporta anche cenni storici sulla vita di San Canione e Sant’Elpidio a cura del prof Giuseppe Dell’Aversana. La novità di quest’anno della festa patronale trova il suo significato profondo nella storia millenaria del comune di Sant’Arpino, continuazione spaziale e temporale dell’antica Atella, sede vescovile, ove vissero e predicarono i due santi che torneranno idealmente ad incontrarsi in questo momento di festa. Sant’Arpino diversamente da altri comuni del circondario, con la festa patronale, celebra una tradizione religiosa che è legata indissolubilmente alla fondazione del comune. “Sant’Arpino ha avuto la presenza nel suo territorio di ben due santi e rappresenta un caso più unico che raro in Italia –dichiara Giuseppe Dell’Aversana, ex sindaco e presidente onorario della Pro loco di Sant’Arpino, - le loro vite sono così intrecciate e presentano così tante somiglianze che vengono considerati fratelli, sebbene da alcuni documenti storici emerge che San Canione è vissuto prima di Sant’Elpidio, di sicuro i due evangelizzatori hanno lasciato tracce indelebili del loro passaggio in questo territorio”.La festa patronale anche quest’anno, grazie al buon lavoro della commissione, sarà lunga ed articolata con molti momentidi svago alternati alle tantissime celebrazioni religiose. “Che il nostro celeste patrono vegli su di noi e ci protegga- ha scritto Don Michele Manfuso nel suo messaggio augurale – anche quest’anno ci apprestiamo a vivere un momento forte per tutta la nostra comunità cristiana. Ogni tempo diviene occasione per vivere in profondità l’esistenza che Dio ci dona.” Che la festa abbia inizio!