Succivo, concluso il restauro della tela del Santissimo Salvatore. Fu trovata casualmente tra i rifiuti nel Casale di Teverolaccio

SUCCIVO. Nella Parrocchia della Trasfigurazione in Succivo (Ce), in queste settimane è stata esposta alla pubblica venerazione una tela raffigurante il Santissimo Salvatore, protettore della comunità, che per volere del parroco don Tommaso D’Ausilio, grazie al lavoro di esperti restauratori come Orazio Manzo con la collaborazione di Giovanni Tuoro e Luca Mastrocinque, è stata riportata nei mesi scorsi al suo antico splendore.

Ritrovata casualmente tra i rifiuti nel Casale di Teverolaccio, versava infatti in condizioni pietose, lacerata in più parti e consunta dalle intemperie e dall’incuria umana. Di autore ignoto, si tratta di un grande dipinto ad olio realizzato a scopi devozionali come ex-voto per uno scampato pericolo e che fino agli anni 90 del ‘900 veniva esposto come stendardo sull’edificio comunale durante i Festeggiamenti patronali di Luglio. Il dipinto, che sarà poi collocato nella Cappella dell’Addolorata nella stessa Parrocchia, non si discosta da altre immagini del genere diffuse nel paese atellano tra fine Ottocento e inizio Novecento. Vi è raffigurato il Santissimo Salvatore su un piccolo monticello tra l’edificio parrocchiale e quello comunale immersi in un paesaggio naturale. La presenza della Chiesa (un po’ diversa da quella attuale) e del Municipio antico (abbattuto per dar luogo a quello di oggi) hanno il preciso significato del comune patrocinio del Salvatore sulla comunità civile e religiosa.

Il Salvatore, dal cui capo promanano i raggi della Trasfigurazione, tuttavia, non volge gli occhi verso il cielo come nella statua originale, ma guarda verso lo spettatore. Il blu del mantello e il rosso della tunica nell’iconografia cristiana hanno poi un significato simbolico in quanto il primo è il colore della divinità del Cristo, mentre il secondo sta a indicare la sua umanità, dunque Gesù come vero Dio e vero uomo. Interessante il particolare della mano destra del Salvatore che, volta verso l’alto, pur nell’imperfetta esecuzione, sembra protesa in avanti nell’atto di fermare e quasi proteggere il popolo a Lui affidato.

Molto probabilmente si tratta proprio di un dipinto realizzato per ringraziare il Salvatore per lo scampato pericolo in seguito ad un grande incendio che coinvolse la chiesa e i dintorni negli anni 50 dell’800, calamità che poi fu motivo del rifacimento dell’edificio parrocchiale proprio in quegli anni. Altre occasioni possono essere le diverse epidemie che colpirono la comunità che si è sempre raccomandata al suo patrono. Se ogni opera d’arte coinvolge chi la guarda quanto più, in assenza di fonti certe, una semplice immagine devozionale assai cara come quella del Salvatore può essere un ulteriore motivo per affermare, confermare e testimoniare anche oggi il suo patrocinio in particolare nei tempi che stiamo vivendo. Ecco il motivo del suo restauro e della sua esposizione ai fedeli in questi giorni.

Santissimo Salvatore miéttece 'a mana toja!” così ripetono spesso i Succivesi rivolgendosi al proprio protettore e, quasi vantandosi di avere come patrono non un santo ma Cristo stesso, sono ancora certi che sarà sempre la Sua mano a salvarli e a proteggerli da tutti i mali, consapevoli che tale scelta fatta secoli fa, richiede di conformare sempre di più la propria vita alla Sua.

Giovanni Belardo

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